USA: JIMMY CARTER CHIEDE MORATORIA SULLA PENA CAPITALE
11 novembre 2013: l’ex presidente Usa Jimmy Carter prende posizione contro la pena di morte.
Carter ha rilasciato una intervista al quotidiano The Guardian alla vigilia dell’apertura del congresso della American Bar Association (l’associazione forense statunitense) che inizia domani ad Atlanta ed ha come tema la pena di morte.
Carter, che prima di essere eletto presidente degli Usa dal 1977 al 1981 e di ricevere il premio Nobel per la pace nel 2002 era stato Governatore della Georgia dal 1971 al 1975, ha detto: “A dire la verità, quando da Governatore firmai la legge che reintroduceva la pena di morte (la famosa legge che nel 1976 venne confermata dalla Corte Suprema degli Usa nel caso Gregg v. Georgia reintroducendo la pena di morte in tutto il territorio degli Usa, ndt) non avevo nemmeno lontanamente le preoccupazioni che ho oggi circa l’ingiusta applicazione del sistema capitale. Mi preoccupa particolarmente l’arbitrarietà delle condanne. Oggi in America se hai un buon avvocato puoi evitare la pena di morte; se sei bianco la puoi evitare; se la tua vittima appartiene ad una minoranza razziale la puoi evitare. Ma se sei povero, od hai dei deficit mentali, o se la vittima è bianca, allora sarai condannato a morte”.
Carter ha aggiunto che oggi la pena di morte è altrettanto arbitraria di quando, nel 1972, nel caso Furman v Georgia, i 9 giudici della Corte Suprema la dichiararono incostituzionale, dichiarando una nuova moratoria nazionale sulle esecuzioni che rimase in vigore fino al 1976. La Corte Suprema dovrebbe anche oggi emettere una moratoria, e rivedere l’intero impianto della pena di morte. “Personalmente, preferirei che la Corte dichiarasse la pena di morte incostituzionale in quanto punizione crudele ed inusuale”, ha concluso Carter. (Fonti: The Guardian, 11/11/2013)
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