APPELLO URGENTE PER HENRY SIRECI DA 42 ANNI NEL BRACCIO DELLA MORTE NEGLI STATI UNITI
Al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella
Al Presidente del Consiglio Giovanni Conte
Al Ministro degli Esteri Enzo Moaevero Milanesi
Al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede
Al Ministro degli Interni Matteo Salvini
Noi sottoscritti ci rivolgiamo a voi per chiedere la concessione della cittadinanza italiana ad un uomo, Henry Sireci, di origini italiane e cittadino americano, detenuto negli Stati Uniti, nel braccio della morte in Florida, da 42 anni, accusato di omicidio a scopo di rapina. È un caso che Nessuno tocchi Caino segue insieme all'associazione britannica Reprieve perchè il signor Sireci ritiene che i pochi elementi di prova utilizzati all’epoca del processo, se fossero rianalizzati oggi alla luce di metodi scientifici più precisi, lo scagionerebbero. Fa notare che comunque, anche con i vecchi metodi di analisi, la giuria popolare non votò all’unanimità, e quindi dubbi sulla sua colpevolezza sono sempre esistiti. Oggi la legge capitale della Florida è cambiata, e non sarebbe più possibile emettere una condanna a morte senza l’unanimità della giuria. La nuova legge prevede la retroattività per le sentenze diventate definitive dopo il 2002, e quella di Sireci non rientra in questo termine. Gli avvocati, e moltissimi osservatori, ritengono che nei prossimi anni, dopo una serie di ricorsi che inevitabilmente giungeranno fino alla Corte Suprema USA, questo discrimine verrà dichiarato incostituzionale. Ma nel frattempo, Sireci potrebbe essere giustiziato. Negli ultimi ricorsi i difensori di Sireci hanno chiesto il riesame delle prove scientifiche che però non riescono ad ottenere perché sono ampiamente scaduti i termini per una richiesta del genere. Nella votazione in cui veniva cassata la richiesta di derogare ai termini, uno dei membri della Corte Suprema degli Stati Uniti, il giudice Steven Brayer ha ritenuto che fosse quasi superfluo entrare nel merito concreto della vicenda, e che dovesse invece prevalere il semplice fatto che non si può tenere un essere umano tanto a lungo sotto la minaccia di una imminente esecuzione. Che oltre 40 anni nel braccio della morte equivalgono a “punizione inumana”, e in quanto tale darebbero diritto al condannato a ricevere un gesto di clemenza. I difensori di Sireci ritengono che se il loro assistito ottenesse il riconoscimento della cittadinanza italiana, questo darebbe loro più tempo e più opportunità per insistere e ottenere un riesame delle prove scientifiche oltre che a fermare l'esecuzione. In un caso analogo, quello di Anthony Farina, la collaborazione tra Nessuno tocchi Caino e Reprieve, con il Governo italiano, è riuscita a salvare un uomo di origini italiane dal patibolo, grazie al riconoscimento della cittadinanza italiana. La nonna paterna di Sireci, Vincenza Motta, è nata a Caccamo, in Sicilia, nel 1886. Il nonno paterno, Domenico Sireci, è nato anche lui a Caccamo nel 1874. Gli avvocati di Henry hanno ottenuto i certificati di nascita di entrambi, e dai documenti si evince che Domenico Sireci (il nonno) è diventato cittadino statunitense solo dopo la nascita del padre di Henry, stabilendo quindi una linea continua di cittadinanza italiana. Il comune siciliano di Caccamo nella persona del suo sindaco Nicasio Di Cola ha detto che Henry Sireci è un concittadino al quale va dato ascolto ed è impegnato a sostenere la richiesta di cittadinanza. A voi, che rappresentate oggi lo Stato italiano, riconosciuto nel mondo come il campione della battaglia per la proclamazione, da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, della moratoria universale delle esecuzioni capitali, chiediamo di attivare tutti gli strumenti, a partire dalla concessione della cittadinanza italiana, per salvare la vita di Henry Sireci. |