IRAN: EMENDATA LEGGE SU LAPIDAZIONE DEGLI ADULTERI
30 maggio 2013: l’Iran ha modificato la sua legge sulla lapidazione degli adulteri consentendo ai giudici di optare per un diverso metodo di esecuzione, in base all’emendamento visto dall’agenzia AFP.
La controversa pratica, in cui le pietre vengono scagliate contro il condannato parzialmente interrato, ha provocato proteste da parte delle organizzazioni per i diritti umani, degli organismi internazionali e dei paesi occidentali, che esortano l'Iran ad abbandonarla.
Un articolo del nuovo codice penale islamico, reso pubblico in Iran all'inizio di questa settimana, stabilisce che, "se la possibilità di applicare il verdetto (di lapidazione) non esiste," il giudice può ordinare un'altra forma di esecuzione, che necessita dell’approvazione definitiva da parte del capo della magistratura.
L'articolo non spiega cosa si intenda per “possibilità di lapidazione non esistente.”
In Iran, le esecuzioni sono normalmente effettuate mediante impiccagione.
Secondo l'interpretazione da parte dell'Iran della Sharia, in vigore dalla rivoluzione del 1979, gli adulteri vengono puniti con la lapidazione.
Le donne vengono interrate fino alle spalle, mentre gli uomini solo fino alla vita. Il condannato si salva se, durante il lancio delle pietre, riesce a liberarsi.
Almeno 150 persone potrebbero essere state lapidate in Iran dal 1980, ha denunciato nel 2010 il Comitato Internazionale contro Esecuzioni e Lapidazioni.
Secondo i media locali, i parlamentari avevano rimosso del tutto la lapidazione dal disegno di legge che hanno adottato, tuttavia i religiosi ed i giuristi del Consiglio dei Guardiani, che deve approvare ogni legge affinché possa entrare in vigore, l’hanno reinserita con il nuovo emendamento.
La critiche internazionali nei confronti dell’Iran sono state fortissime nel 2011, quando una donna sposata, Sakieneh Mohammadi Ashtiani, stava per essere lapidata per "relazione illecita" con due uomini.
L’Iran ha fermato la lapidazione, ma Mohammadi Ashtiani, condannata nel 2006, sta scontando una condanna a 10 anni per complicità nell'omicidio di suo marito.
La sua lapidazione potrebbe ancora essere effettuata.
Nel dicembre 2011 una fonte giudiziaria ha detto che il capo della magistratura, Ayatollah Sadeq Larijani, aveva deciso "di aspettare l’opinione di altri esperti religiosi" prima di prendere una decisione definitiva.
L'ultimo caso segnalato di lapidazione risale al 2009, quando un uomo non identificato è stato lapidato nella città settentrionale di Rasht, nonostante una direttiva del 2002 con cui l'allora capo della magistratura Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahrudi aveva sospeso la pratica. La direttiva di Shahrudi non portò a nessun emendamento del codice penale. (Fonti: AFP, 30/05/2013)
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