KUWAIT: HAMAD AL-NAQI CONDANNATO A 10 ANNI PER BLASFEMIA ATTRAVERSO TWITTER
4 giugno 2012: Hamad al-Naqi, lo sciita kuwaitiano arrestato a marzo con l’accusa di aver insultato il Profeta Maometto sui social media, è stato condannato a 10 anni di carcere in Kuwait per aver messo in pericolo la sicurezza dello Stato.
La sentenza, emessa dal giudice Hisham Abdullah, ha riconosciuto Naqi colpevole di aver insultato il Profeta, la moglie del Profeta e i suoi compagni, deriso l’Islam, provocato tensioni settarie, insultato i governanti dell'Arabia Saudita e del Bahrain e abusato del suo telefono cellulare per diffondere i commenti.
Era la pena massima che il 26enne Naqi avrebbe potuto ricevere, ha detto il suo avvocato Khaled al-Shatti. "La pena della reclusione è lunga ma abbiamo la possibilità di presentare ricorso", ha detto Shatti.
La parte civile nella causa contro Naqi, così come alcuni politici del Kuwait, avevano chiesto che fosse messo a morte.
Shatti aveva sostenuto che, anche se il suo cliente aveva scritto quei commenti, sarebbe colpevole di un "reato di opinione", non di minacciare la sicurezza nazionale.
La parte civile, rappresentata da Dowaem al-Mowazry, ha sostenuto invece che Naqi doveva servire da esempio, motivo per cui la pena di morte era appropriata.
Hamad al-Naqi si era dichiarato innocente all'inizio del processo il mese scorso, dicendo di non aver inviato i messaggi e che il suo account Twitter era stato violato. Al momento della sentenza Naqi non era in aula, ma nella prigione dove è stato detenuto dal suo arresto a marzo. (Fonti: Reuters, 04/06/2012)
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