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Hosni Mubarak durante il processo |
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EGITTO: MUBARAK CONDANNATO ALL'ERGASTOLO
2 giugno 2012: l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak è stato condannato all’ergastolo per complicità nell’uccisione dei manifestanti durante i 18 giorni di rivolta contro il suo governo, lo scorso anno. L'accusa aveva chiesto per lui la pena di morte, che non è però arrivata. E quasi immediatamente è esplosa la rabbia dei familiari delle 850 vittime della primavera araba e di tutti i detrattori dell'ex Rais. Si sono dati appuntamento in Piazza Tahir per protestare contro un verdetto che considerano ingiusto, gridando che "il popolo vuole cacciare l'ancien regime".
Fra loro anche i Fratelli Musulmani, prima forza politica in Egitto: si sono detti "scioccati" dall'esito del processo che viene definito dal loro candidato alle presidenziali, Mohammed Morsi, una "farsa" e hanno sospeso la campagna elettorale per il ballottaggio delle presidenziali per unirsi a quanti contestano la sentenza. Una sessantina i feriti nei tafferugli che sono scoppiati con le forze dell'ordine.
La sentenza è a suo modo storica, perché Mubarak, che ha 84 anni, è il primo capo di uno Stato arabo che sia mai stato processato e condannato da un tribunale del suo popolo. Anche l'accusa è fortemente simbolica: complicità nell'uccisione di 850 manifestanti durante la rivolta che lo costrinse alla fine a lasciare il potere. Era accusato anche di corruzione, così come i suoi figli, Alaa e Gamal, assolti insieme a lui per questo capo d'imputazione, caduto in prescrizione.
In seguito alla lettura della sentenza, il Procuratore Generale ha ordinato il trasferimento immediato dell'ex Rais dall'Ospedale militare, dove è stato detenuto fino ad ora, al carcere di Tora al Cairo. Fonti giudiziarie riferiscono che quando l'elicottero è arrivato alla prigione, l'ex presidente egiziano ha fatto resistenza, rifiutandosi, tra le lacrime, di scendere dal velivolo. E poco dopo è stato colpito da una crisi cardiaca. Gli è stato quindi concesso di essere portato nell'ospedale del penitenziario.
Stessa sorte del suo ex presidente è toccata al ministro dell'Interno del regime, Habib al-Hadly, condannato all'ergastolo. Assolti i sei assistenti al ministero.
La sentenza di prescrizione per i reati di corruzione e abuso di potere di Hosni Mubarak e dei suoi due figli ha scatenato violente contestazioni all'interno dell'aula bunker dell'Accademia di Polizia. Gli avvocati dell'accusa sono saliti sui tavoli del tribunale scandendo gli slogan "fuori, fuori" e "il popolo vuole che la magistratura sia ripulita".
Dure proteste anche fuori dal Tribunale, dove i familiari delle vittime della Rivoluzione del 25 gennaio hanno urlato slogan e alzato cartelli con scritte del tipo "La sentenza del popolo è la morte"
Le parti presenteranno ricorso. Mubarak farà ricorso in Cassazione contro la sentenza, riferisce l'avvocato Yasser Bahr, portavoce del collegio difensivo. "Il verdetto è zeppo di vizi legali da ogni parte", ha sottolineato. Alla domanda se ritenesse che il ricorso possa sortire esito favorevole, il legale ha subito risposto: "Vinceremo, è sicuro al milione per cento".
Anche gli avvocati delle famiglie delle vittime della rivoluzione hanno annunciato che ricorreranno contro la sentenza. (Fonti: La Repubblica, 02/06/2012)
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