ARIZONA (USA): IL CONDANNATO SI PROCURI DA SOLO I FARMACI PER L’INIEZIONE LETALE
15 febbraio 2017: All’interno del nuovo protocollo di esecuzione dell’Arizona c’è una clausola che sta suscitando l’interesse della stampa. Molti stati stanno avendo problemi ad acquistare i farmaci per le iniezioni letali, e questo nell’ultimo periodo ha portato all’ideazione di alcuni escamotage, e a proposte alternative, come il ritorno alla sedia elettrica o alla fucilazione. Ma a quanto pare l’idea più originale l’ha avuta l’Amministrazione Penitenziaria dell’Arizona: il detenuto si procuri da solo i farmaci con i quali essere ucciso.
"I difensori del detenuto o terzi che agiscano in favore del detenuto possono fornire al Dipartimento o il Pentobarbital o il Sodio Tiopentale, se possono procurarseli da una farmacia, farmacista, laboratorio artigianale, industria o intermediario che siano in possesso di certificazione o autorizzazione”.
Gli avvocati però pensano che l’idea sia ridicola. Megan McCracken, una esperta di iniezione letale della Università di Berkeley, sostiene che la clausola sia “senza precedenti, completamente insolita, e francamente assurda. Un detenuto o l’avvocato di un detenuto semplicemente non possono entrare in possesso legalmente di questi farmaci, o trasferirli legalmente all’Amministrazione Penitenziaria. Quindi è difficile immaginare a cosa stessero pensando i funzionari dell’Amministrazione quando hanno inserito questa clausola priva di senso nel nuovo protocollo”.
Dale Baich, avvocato che lavora per l’agenzia federale che fornisce assistenza legale ai detenuti indigenti ed è specializzato in casi capitali in Arizona ha detto di essere molto incuriosito da questa clausola, che secondo lui presenta “problemi sia etici che legali”. “In qualità di avvocato non è legale che io vada in giro a procurare farmaci per un cliente. Non lo posso fare da un punto di vista legale, ma è impossibile anche da un punto di vista etico, visto che devo garantire che i diritti del mio cliente siano rispettati, e non posso invece lavorare alla sua esecuzione “. (Fonti: The Guardian, 15/02/2017)
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