MYANMAR: CONDANNATO A MORTE UOMO DI ETNIA ROHINGYA
10 febbraio 2017: le autorità del Myanmar hanno condannato a morte un uomo di etnia Rohingya per aver guidato attacchi contro posti di polizia di frontiera, che nello Stato di Rakhine scatenarono una repressione militare.
Si ritiene che centinaia di membri della minoranza musulmana siano morti e decine di migliaia siano fuggiti in Bangladesh da quando l'esercito ha lanciato quattro mesi fa un’operazione per catturare gli aggressori.
Il capo della polizia di Sittwe, Yan Naing Lett, ha detto che il tribunale della città ha condannato a morte il leader del raid contro il posto di frontiera di Kotankauk.
"E' stato condannato a morte dal tribunale di Sittwe per omicidio intenzionale", ha detto Yan Naing Lett all’agenzia AFP.
"Ha partecipato agli attacchi e li ha guidati, e li ha pianificati insieme ad altri. E’ uno dei 14 aggressori detenuti nella Township di Sittwe", ha detto l'ufficiale, identificando l'uomo come Mamahdnu Aka Aula.
Le altre 13 persone sono comparse in tribunale, ma devono ancora essere giudicate, ha aggiunto.
Than Tun, leader di un'organizzazione di aiuto nel nord di Rakhine ha confermato la condanna capitale, aggiungendo: "E' il primo ad affrontare la condanna dopo l'attacco."
Il governo di Myanmar sostiene che centinaia di militanti Rohingya abbiano effettuato incursioni contro tre postazioni al confine con il Bangladesh il 9 ottobre scorso, uccidendo nove membri della polizia in una serie di attacchi coordinati.
Secondo il think-tank International Crisis Group gli aggressori erano un gruppo appoggiato dai sauditi chiamato Harakah al-Yaqin, che avrebbe trascorso anni a reclutare e addestrare combattenti in Bangladesh e nel nord di Rakhine. (Fonti: AFP, 13/02/2017)
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