ALABAMA (USA): DONNIS MUSGROVE MUORE DI CANCRO PRIMA CHE IL SUO CASO SIA RIVISTO
2 dicembre 2015: Donnis Musgrove è morto di cancro la settimana scorsa, prima che il suo caso venisse rivisto.
Musgrove, 67 anni, bianco, era stato condannato a morte nel 1988 con l’accusa di aver ucciso, nel 1986, Coy Barron. Musgrove venne condannato a morte assieme ad un presunto complice, David Rogers, morto anche lui tempo fa di cause naturali nel braccio della morte dello stato.
L’avvocato, Tommy Nail, che aveva difeso Rogers, nel frattempo è diventato un giudice distrettuale nella Contea di Jefferson. A maggio, poco dopo la scarcerazione dal braccio della morte di Anthony Hinton, il giudice Nail aveva dichiarato in una intervista di essere sempre stato convinto che Musgrove e Rogers fossero innocenti, e fossero stati “incastrati” in un caso che mostrava sorprendenti affinità con quello di Hinton, che, appunto, si era appena concluso dopo la presa d’atto che nel processo le principali prove della pubblica accusa erano tutte state manipolate. Nell’intervista il giudice Nail auspicava che il giudice federale davanti al quale era pendente il ricorso di Musgrove, David Proctor, accelerasse i tempi in considerazione del fatto che a Musgrove rimaneva ormai poco da vivere a causa di un tumore ai polmoni.
Musgrove è morto il 25 novembre. Il ricorso davanti al giudice federale avrebbe dovuto esaminare una serie di elementi emersi dopo il processo, e che valutati complessivamente rendono credibile le dichiarazioni di innocenza fino all’ultimo giorno di Musgrove e Rogers.
I due non hanno mai negato di essere stati molto amici, e di fare, come “professione”, i ladri d’auto. Negavano però di aver sparato, su incarico di uno spacciatore di marijuana, a Coy Barron nella notte del 27 settembre 1986 come “punizione” per un carico non pagato.
Le prove a carico dei due imputati furono la testimonianza della moglie della vittima, che prima disse di non essere in grado di riconoscere gli assalitori del marito, poi in aula modificò la sua deposizione. L’altro elemento probante fu una perizia balistica, che stabilì che il bossolo calibro 9 trovato sulla scena del crimine appartenesse sicuramente ad una pistola appartenente a Musgrove. L’ultimo elemento di rilievo portato dalla pubblica accusa fu la testimonianza di compagno di detenzione degli imputati, che disse di averli sentiti commentare l’omicidio. Questa testimonianza venne in seguito ritrattata. A rendere il caso molto simile a quello di Hinton è il fatto entrambe i processi sono stati gestiti dallo stesso procuratore distrettuale, in entrambe i casi furono utilizzate perizie balistiche in seguito smentite completamente da perizie affidate a team più ampi, il mancato riscontro degli alibi forniti dagli imputati che invece a distanza di anni sono risultati credibili, e la presenza nel processo di "informatori" poco affidabili, che in seguito hanno ritrattato le accuse. L’avvocato di Musgrove, Cissy Jackson, così ha commentato la morte dell’uomo: “è stato un privilegio conoscere e rappresentare Donnis. Mio marito ed io abbiamo lavorato per il suo rilascio sin dal 1997, e siamo molto dispiaciuti che non abbia vissuto fino al giorno del riconoscimento della sua innocenza”. (Fonti: DPIC, 02/12/2015)
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