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Thein Sein, primo ministro di Myanmar |
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MYANMAR: CONDANNE A MORTE COMMUTATE IN ERGASTOLO
16 maggio 2011: il nuovo presidente di Myanmar ha annunciato un’amnistia per i prigionieri, commutando in ergastolo tutte le condanne a morte e riducendo di un anno tutte le pene detentive, riferisce la televisione di stato.
L’annuncio del presidente Thein Sein giunge a seguito della visita compiuta nel Paese la settimana scorsa dall’inviato speciale a Myanmar delle Nazioni Unite, Vijay Nambiar.
Nambiar aveva chiesto al nuovo governo di dimostrare la propria sincerità nel momento in cui parla di riforme democratiche, rilasciando 2.000 prigionieri politici.
La autorità di Myanmar avevano detto a Nambiar che un’amnistia era “probabile”, continuando tuttavia a negare l’esistenza di prigionieri politici.
Le organizzazioni per i diritti umani e la democrazia hanno definito il recente cambio di governo come una pura operazione di cosmesi.
Le elezioni generali del 7 novembre hanno portato al potere il Partito per l’Unione, Solidarietà e Sviluppo, vicino ai militari e guidato dall’ex generale Thein Sein.
Le elezioni sono state criticate dall’Occidente, poiché non ha potuto parteciparvi la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, a capo della Lega Nazionale per la Democrazia.
La Lega ha boicottato le elezioni di novembre, dopo l’approvazione da parte dei militari di norme che avrebbero costretto la stessa Lega ad espellere Suu Kyi, per poter concorrere.
“Le riduzioni di pena rappresentano una buona notizia per i prigionieri politici, tuttavia sono largamente insufficienti”, ha commentato Benjamin Zawacki, ricercatore di Amnesty per il Myanmar.
“Questi provvedimenti restano lontani dal rilascio di tutti i prigionieri di coscienza, di cui c’è disperato bisogno a Myanmar”.
Amnesty International chiede inoltre a Myanmar di andare oltre la commutazione delle condanne capitali, unendosi al trend mondiale verso l’abolizione della pena di morte.
Secondo Amnesty sono più di 2.200 i prigionieri politici nel Paese, molti dei quali sono stati sottoposti a torture o altri trattamenti crudeli, disumani o degradanti. (Fonti: DPA, AI, 17/05/2011)
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