IRAQ: APPELLO EUROPEO PER STOP ESECUZIONI
16 febbraio 2010: Italia, Francia e Regno Unito hanno lanciato un appello all'Iraq affinché fermi l’uso della pena di morte, esprimendo preoccupazione per l’incremento delle esecuzioni registrato negli ultimi due anni. L’Iraq ha tuttavia risposto in sede di Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite di non essere in condizione di abolire la pena capitale “per l’intensità e la gravità dei crimini terroristici” e per il pesante bilancio fra i civili. "Per le circostanze eccezionali con le quali ci confrontiamo (...) abbiamo mantenuto la pena di morte come mezzo di dissuasione", considerato che le vittime ed i loro familiari hanno bisogno di giustizia, ha dichiarato al Consiglio il ministro iracheno per i diritti dell'uomo, Wijdan Salim. Sono circa 122 le esecuzioni praticate in Iraq negli ultimi cinque anni e 925 le condanne capitali pronunciate da tribunali penali, rendono noto le autorità di Baghdad.
La Francia ha comunicato al Consiglio Onu che sono state 79 le persone impiccate in Iraq nel solo 2009. L’ambasciatore francese Jean-Baptiste Mattei ha chiesto all’Iraq di intraprendere il “percorso per l’abolizione della pena capitale” approvando rapidamente “una moratoria e commutando le condanne capitali già emesse”. Anche Italia e Regno Unito hanno chiesto la moratoria. “Siamo preoccupati poiché l’Iraq mantiene la pena di morte e per l’aumento delle esecuzioni capitali negli ultimi due anni”, ha dichiarato l’ambasciatore britannico Peter Gooderham. Salim ha detto al Consiglio Onu che il suo Paese si sta sforzando di ridurre “al minimo” il numero delle esecuzioni, fermo restando “il rispetto dei diritti delle vittime” e dei loro parenti. (Fonti: Agence France Presse, 16/02/2010)
|