A GINEVRA CONGRESSO MONDIALE CONTRO LA PENA DI MORTE. UNA SESSIONE PRESIEDUTA DA NESSUNO TOCCHI CAINO
26 febbraio 2010: Si chiude oggi a Ginevra dopo tre giorni di lavori il 4° Congresso mondiale contro la pena di morte, organizzato dall’associazione “Ensemble contre la peine de mort” con il patrocinio della Confederazione Svizzera e in partenariato con la Coalizione mondiale contro la pena di morte.
L’evento, al quale partecipano circa 1.700 abolizionisti provenienti da oltre 100 Paesi, si era aperto giovedì 24 al Palazzo delle Nazioni Unite con una sessione plenaria che ha visto gli interventi, fra gli altri, del primo ministro spagnolo José Luis Zapatero e di Robert Badinter, ministro della Giustizia in Francia sotto la prima presidenza Mitterrand e promotore dell’abolizione della pena di morte nel 1981.
La terza edizione del Congresso mondiale si era tenuta a Parigi nel 2007, l’anno in cui gli sforzi delle organizzazioni abolizioniste condussero infine alla Risoluzione dell’Assemblea Generale per la moratoria sulle esecuzioni, fortemente voluta in primo luogo da Nessuno tocchi Caino e dal Partito Radicale Nonviolento e sostenuta dal governo italiano.
Nell’ambito del Congresso, si è tenuta la tavola rotonda sul tema “Proteggere i gruppi vulnerabili dalla pena di morte: minori e persone con disabilità mentali”, che è stata presieduta da Antonio Stango come membro del Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino. Nel corso della tavola rotonda sono intervenuti James Welsh di Amnesty International, James Ellis dell’Università del New Mexico (Stato che ha abolito la pena di morte nel 2009), Ameir Mohamed Suliman (coordinatore del programma legale del Centro Africano per la Giustizia e la Pace del Sudan) e Nazanin Ashin-Jam di “Stop Child Executions” (Canada). L’intervento di quest’ultima, politologa di origine iraniana, ha dato conto del fatto che l’Iran è il Paese al mondo dove avvengono più esecuzioni di minori e di persone che erano minorenni al momento della commissione del fatto: in molti casi anche “crimini senza vittima”, quali il comportamento omosessuale o il sesso al di fuori del matrimonio. In Iran sono circa 140 i minorenni detenuti nei bracci della morte. Il regime iraniano peraltro ha bloccato all’aeroporto di Teheran l’avvocato Mohammad Mostafaei, che avrebbe dovuto portare a Ginevra la propria testimonianza di difensore di minorenni condannati a morte.
Antonio Stango ha ricordato che gli altri Paesi dove avvengono esecuzioni di minorenni sono l’Arabia Saudita, il Sudan, lo Yemen e – come è emerso nel corso della tavola rotonda – la Nigeria, dove le esecuzioni di minori non sarebbero ammesse dalla legislazione federale ma avvengono in alcuni Stati federati.
Fra gli argomenti discussi, il fatto che alcuni Stati, la cui popolazione è in maggioranza di tradizione islamica, hanno ratificato la Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo con riserve e dichiarazioni che prevedono la prevalenza dei principi della sharia, interpretati da diversi regimi – in primo luogo quello al potere in Iran – in senso violentemente repressivo e contrario alla convenzione stessa. (Fonti: NtC, 26/02/2010)
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