USA: MUORE DI VECCHIAIA IL PIÙ ANZIANO CONDANNATO A MORTE
12 febbraio 2010: È morto, nell’infermeria del penitenziario di Florence, in Arizona, Viva Leroy Nash, il più vecchio detenuto dei bracci della morte Usa.
Nash, 94 anni, bianco, è stato detenuto quasi ininterrottamente da quando aveva 15 anni. Nato nel 1915, venne arrestato in Kansas nel 1930 per una rapina a mano armata. Scontò poi 25 anni in Connecticut per aver sparato ad un poliziotto nel 1947.
Nel 1977 Nash venne condannato a due ergastoli da scontare consecutivamente per un omicidio nel corso di una rapina commesso a Salt lake City.
Evaso nell’ottobre 1982 mentre con una squadra di lavoro si trovava all’esterno del penitenziario, fu arrestato di nuovo in Arizona 3 settimane dopo, il 3 novembre 1982, dopo aver ucciso un negoziante nel corso di una rapina. Fu condannato a morte nel 1983, e da allora tutta una lunga serie di ricorsi è stata respinta, fino allo scorso settembre, quando la Corte d’Appello del 9° Circuito ha stabilito che aveva diritto ad una udienza in cui discutere la propria “competenza”.
La “competenza” è uno dei requisiti costituzionali, e in pratica significa che il condannato deve essere consapevole del fatto che viene giustiziato, e soprattutto del perché viene giustiziato. Negli ultimi anni infatti Nash era ridotto su una sedia a rotelle, sordo, quasi cieco, aveva avuto diversi attacchi cardiaci e, soprattutto, manifestava gravi disturbi mentali, al punto che di propria iniziativa il direttore del penitenziario lo aveva fatto trasferire in infermeria. Secondo i medici che lo avevano esaminato, Nash non era “competente”. In attesa che la situazione fosse formalizzata, e ne fosse dichiarata la “non-giustiziabilità”, Nash è morto. (Fonti: Associated Press, 12/02/2010)
|