TANZANIA: I CONDANNATI A MORTE CONTINUANO AD AUMENTARE
3 aprile 2014: Nel corso di un seminario di formazione dell’amministrazione penitenziaria in Tanzania, il direttore esecutivo dell’area di trattamento dei detenuti, vice commissario John Nyoka, ha detto che le celle del braccio della morte ospitano tre detenuti al posto di uno previsto.
Ha aggiunto che l'intero concetto di riabilitazione dei detenuti è stato compromesso dalla pena di morte, in quanto i detenuti nel braccio della morte non possono essere riabilitati stando in attesa della loro esecuzione tramite impiccagione. Nyoka ha concluso che la Costituzione dovrebbe specificare cosa significa la condanna all'ergastolo che deve sostituire la pena di morte.
Nella sua “Presentazione del Tanzania Prison Services, sviluppi positivi, sfide e prospettive nella gestione dei prigionieri condannati a morte”, il commissario di polizia penitenziaria Dominic Mshana ha detto che i ritardi nell'esecuzione dei detenuti hanno provocato la congestione delle celle del braccio della morte perché non possono essere mescolati con gli altri prigionieri.
Essendo l'ultima esecuzione avvenuta nel 1994, quelli in attesa di essere giustiziati vivono in uno stato di agonia, con conseguenti proteste e rivendicazioni che, se non accolte, sfociano in disordini.
Le statistiche del Tanzania Prison Services (TPS) mostrano che, al 15 ottobre 2013, c'erano 364 detenuti nelle varie prigioni in attesa di esecuzione. Secondo il Commissario del TPS, Juma Malewa, 86 dei 364 condannati a morte del Paese hanno presentato ricorso dinanzi alla Corte d’Appello della Tanzania.
La questione della pena di morte non è stata inclusa nella prima bozza della nuova Costituzione e nemmeno nella seconda bozza attualmente in discussione all’Assemblea Costituente. (Fonti: dailynews.co.tz, 04/04/2014)
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