USA. BUSH CONTRO TEXAS PER CASO MESSICANO
7 ottobre 2007: nel chiedere la revisione del caso di un condannato a morte messicano in Texas, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush invoca un verdetto della Corte penale di Giustizia dell'Aja, pur ribadendo la propria opposizione all'interpretazione che la Corte stessa ha dato della Convenzione di Vienna sui diritti legali dei prigionieri.
Il caso del Texas, relativo a José Ernesto Medellin, condannato per l'omicidio di due adolescenti nel 1994, verrà discusso questa settimana dalla Corte Suprema Federale, alla quale spetta l'ultima parola sulla decisione di offrire o meno la possibilità di nuovi processi a Medellin e ad altri cinquanta messicani condannati a morte negli Stati Uniti. La Corte dell'Aja, su richiesta del Messico, ha censurato nel 2004 il comportamento degli Usa perché, violando la Convenzione di Vienna sui diritti legali dei prigionieri, non avrebbero informato i detenuti di cittadinanza messicana del loro diritto di chiedere assistenza legale alle autorità consolari del loro Paese.
Nel documento presentato alla Corte Suprema Usa, l'amministrazione Bush ribadisce la propria ferma opposizione ad applicare altre decisioni della Corte dell’Aja a casi penali dei singoli stati: "Il presidente non concorda con l'interpretazione della Convenzione di Vienna fatta dalla Corte Penale". Però, in questo caso, ha accettato di avallarla perché ignorarla provocherebbe danni agli interessi americani all'estero. Il Texas, da parte sua, sostiene che né Bush né la Corte Internazionale hanno voce in capitolo nel caso Medellin. (Fonti: Ansa, 07/10/2007)
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