IRAN - Behnam Mahjoubi, condannato a 2 anni, morto per mancanza di cure mediche
22 febbraio 2021: Behnam Mahjoubi, condannato a 2 anni, è morto per mancanza di cure mediche. IHR ritiene i leader iraniani responsabili della morte di Mahjoubi. I parenti hanno confermato la notizia che Behnam Mahjoubi, trasferito all'ospedale di Loghman dalla prigione dove era stato curato con farmaci sbagliati, è morto dopo alcuni giorni di coma. Il suo medico aveva più volte segnalato la sua incompatibilità con il duro regime di detenzione a cui era sottoposto. Il direttore di IHR, Mahmood Amiry-Moghaddam, ha dichiarato: "Ebrahim Raisi, il capo della magistratura e Ali Khamenei, il leader supremo dell'Iran sono responsabili della detenzione, dei maltrattamenti e della morte di prigionieri politici, incluso Behnam Mahjoubi, e di questo devono essere chiamati a rispondere. Privare i detenuti del diritto alle cure mediche equivale a tortura, e la comunità internazionale deve prestare più seriamente attenzione alle denunce di casi di tortura e di morte in custodia in Iran. Behnam Mahjoubi apparteneva alla setta dei Dervisci Gonabadi. L’Ordine Sufi Gonabadi è uno dei tre rami principali dell’Ordine Sufi Nematollahi (sciita) che ebbe origine con Shah Nematollah Wali, un maestro sufi vissuto tra il XIV e XV secolo nella città di Gonabad, in Khorasan. Mahjoubi era stato fermato dalle forze di sicurezza in relazione alla protesta dei Gonabadi a Golestan Haftom, Teheran, nel febbraio 2018. Processato con l’accusa di "riunione e collusione contro la sicurezza nazionale mediante la comunicazione con altri e l'organizzazione di un raduno illegale", era stato condannato a due anni di prigione e due anni di divieto di appartenenza a gruppi sociali o partiti politici. Divenuta definitiva la condanna, era stato arrestato il 20 giugno 2020, e trasferito alla prigione di Evin, nei sobborghi di Teheran. Quattro giorni prima il suo medico curante aveva consegnato alle autorità una lettera dove, descrivendo la condizione clinica del giovane, attestava la sua non idoneità a sopportare un regime carcerario. Behnam Mahjoubi soffriva di attacchi di panico, e senza l’adeguata terapia farmacologica gli attacchi lo portavano alle convulsioni. Lui stesso, la moglie Saleheh Hosseini,e di nuovo il medico curante avevano avvertito la direzione del carcere dei farmaci particolari che avrebbe dovuto assumere, e dei gravi rischi derivanti dall’utilizzo di farmaci diversi. Incuranti delle ripetute segnalazioni, un mese dopo l’arresto le autorità carcerarie lo hanno trasferito in un'unità di salute mentale dove, secondo quanto dichiarato da Behnam, sarebbe stato sottoposto a tortura. Il 13 febbraio è stato trasferito dalla prigione di Evin all’ospedale di Logham per avvelenamento da farmaci. Il suo avvocato, su Twitter, ha confermato la notizia data dai parenti che il giovane era morto in ospedale il 21 febbraio. Il corpo è stato restituito ai familiari, a cui è stato ordinato di seppellirlo subito, di notte, a Kerman. I familiari lo hanno seppellito nel villaggio di Hojat Abad, nei pressi di Kerman, il 22 febbraio.
https://iranhr.net/en/articles/4640/ (Fonte: IHR)
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