INDIA: L’ALTA CORTE DI BOMBAY ANNULLA UNA CONDANNA A MORTE
25 febbraio 2021: L'Alta Corte di Bombay il 25 febbraio 2021 ha assolto un uomo che era stato condannato a morte per lo stupro e omicidio di una bambina, ordinando un'indagine sulla squadra investigativa per aver smarrito un elemento fondamentale di prova: una corda di nylon che sarebbe stata utilizzata per strangolare la vittima. Concedendo il beneficio del dubbio all'uomo, i giudici Ravindra Ghuge e Bhalchandra Debadwar dell’Alta Corte hanno affermato che i tribunali devono essere attenti nell’emettere condanne a morte. L'uomo, padre di una bambina di sei anni, era stato condannato a morte per aver violentato una bambina di cinque anni per poi strangolarla con una corda di nylon, gettando il corpo in un pozzo. Avrebbe messo il cadavere in un sacco di iuta coprendo il corpo nudo della bambina con un vestito (un “lungi”) di suo padre. Secondo l'accusa, il padre della bambina era morto e sua madre si era risposata, per cui la bambina era seguita dai nonni. La bambina scomparve un giorno che era sola in casa. Dopo circa tre giorni dalla denuncia di scomparsa presentata dalla famiglia, il suo cadavere fu trovato nel pozzo del villaggio. La squadra investigativa aveva sequestrato il vestito come anche la corda di nylon, che fu inviata per le analisi forensi. Un cane da fiuto si era avvicinato alla casa dell'imputato dopo aver annusato il vestito. Oltre a questo, l'accusa si è basata anche sulla "teoria dell'ultimo visto", dal momento che il proprietario di un negozio di alimentari del villaggio aveva affermato di aver visto l'imputato portare la vittima verso casa sua. Tuttavia, dopo aver esaminato il materiale, l’Alta Corte ha concluso che la “teoria dell’ultimo visto” non fosse confermata da altre prove. Anche sulla prova del cane da fiuto, i giudici hanno detto che non fosse sufficiente in quanto non considerata una prova sostanziale. I referti medici, hanno osservato i giudici, hanno concluso che la bambina è stata violentata e uccisa. Ma i giudici hanno detto che le altre prove registrate non permettono di collegare l’imputato al crimine. Infine, i giudici hanno notato che la corda di nylon sequestrata dalla squadra investigativa era scomparsa e che il rapporto secondo cui la stessa era stata tagliata dalla corda trovata nella casa dell'accusato non era stato registrato. Di conseguenza, i giudici hanno concesso il "beneficio del dubbio" all'imputato e lo hanno prosciolto da tutte le accuse annullando la condanna a morte. I giudici hanno in conclusione espresso il proprio disappunto: "Non abbiamo alcuna esitazione nell'osservare che siamo effettivamente disturbati dal modo in cui l'accusa ha indagato sul crimine, raccolto prove e condotto il processo in modo molto insensibile. È un peccato che questo duro lavoro (da parte del pubblico ministero) sia stato accolto con un ordine di assoluzione da parte delle nostre sfortunate mani solo perché l'accusa non ha raccolto prove e non si è nemmeno adoperata per ottenere i rapporti sul filo di nylon". "Non abbiamo alcuna esitazione nel chiedere alla Direzione della Procura del Maharashtra di avviare un'azione contro i responsabili della perdita del filo di nylon e del mancato ottenimento del rapporto", hanno detto i giudici. (Fonti: free press journal, 25/02/2021)
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