ARABIA SAUDITA: CONDANNE A MORTE COMMUTATE NEL CASO DELL’OMICIDIO KHASHOGGI
8 settembre 2020: Un tribunale dell’Arabia Saudita il 7 settembre 2020 ha commutato le condanne a morte che erano state emesse contro cinque persone nel caso dell'omicidio, avvenuto nel 2018, di Jamal Khashoggi. I pubblici ministeri hanno precisato che i cinque sono stati condannati a 20 anni di reclusione ciascuno dopo che la famiglia del giornalista ha deciso di perdonarli. Khashoggi, un noto critico del governo saudita, fu ucciso all'interno del consolato saudita nella città turca di Istanbul da una squadra di agenti sauditi. Nel 2019 i pubblici ministeri sauditi hanno messo sotto processo 11 persone i cui nomi non sono stati resi noti. L’uccisione sarebbe stata ordinata dal capo di una "squadra negoziale" inviata a Istanbul per riportare Khashoggi nel Regno "per mezzo della persuasione" o, in caso di fallimento, "con la forza". Nel dicembre 2019 il tribunale penale di Riyadh condannò a morte cinque persone per "aver commesso e partecipato direttamente all'omicidio della vittima". Altri tre furono condannati a pene detentive per un totale di 24 anni per "aver coperto questo crimine e violato la legge". Altre tre persone furono dichiarate non colpevoli, compreso l'ex vicecapo dell'intelligence dell'Arabia Saudita, Ahmad Asiri. Saud al-Qahtani, un ex consigliere del principe ereditario Mohammed, è stato indagato dalla procura saudita ma non è stato accusato. Lo scorso maggio, il figlio di Khashoggi, Salah, ha annunciato che lui e i suoi fratelli stavano per "perdonare coloro che hanno ucciso nostro padre, cercando una ricompensa da Dio onnipotente", accettando la tesi che l'omicidio non fosse premeditato. Questo ha consentito ai cinque, in base alla legge saudita, di evitare l’esecuzione. Oltre alle commutazioni delle condanne a morte, la procura saudita ha fatto sapere che altri tre imputati hanno ricevuto condanne da sette a dieci anni di reclusione. (Fonti: BBC, 07/09/2020)
|