OKLAHOMA: CLAYTON LOCKETT MUORE DOPO 43 MINUTI DI AGONIA IN ESECUZIONE AI LIMITI DELLA TORTURA
30 aprile 2014: in Oklahoma, un detenuto di 38 anni del braccio della morte è morto di un attacco di cuore dopo aver trascorso 43 minuti di agonia sul lettino dell’iniezione.
Clayton Lockett, dopo la somministrazione di un sedativo, è stato dichiarato inconscio da un medico secondo il protocollo di esecuzione. Era la prima volta che l’Oklahoma utilizzava il Midazolam come primo elemento nel suo protocollo a tre farmaci.
Pochi minuti dopo, però, il detenuto ha iniziato a respirare affannosamente, a contorcersi, a stringere i denti e a sforzarsi di alzare la testa dal cuscino. Lockett, che avrebbe dovuto essere giustiziato insieme a un altro detenuto, Charles Warner, a quanto pare ha subito la rottura di una vena che ha impedito al cocktail sperimentale di farmaci, mai utilizzati prima in Oklahoma, di agire in piena efficienza.
Le tende sono state subito abbassate per evitare che quelli oltre il vetro vedessero quello che stava accadendo nella camera della morte e il responsabile della prigione ha ordinato di arrestare la procedura. Lockett è morto per un attacco cardiaco poco dopo, ha detto il Department of Corrections.
"E’ stata una cosa orribile da raccontare. E’ stata completamente pasticciata", ha detto l'avvocato di Lockett, David Autry, che ha mostrato scetticismo sulle affermazioni che il suo cliente avesse le vene compromesse. "Non sono un medico, ma il signor Lockett era in ottima forma. Aveva grandi braccia e vene molto importanti."
L'esecuzione dell’altro detenuto, Charles Warner, è stata rinviata di 14 giorni. Il suo avvocato Madeline Cohen ha condannato le autorità della prigione per aver rifiutato di rivelare le informazioni di base su quali farmaci sarebbero stati utilizzati nell'esecuzione e ha affermato che Lockett era stato "torturato a morte". Il Governatore repubblicano Mary Fallin ha comunicato di aver ordinato all’amministrazione penitenziaria di condurre una revisione completa delle procedure di esecuzione in Oklahoma.
I due uomini avevano tentato senza successo un ricorso contro la legge dell'Oklahoma che consente allo Stato di non rivelare - anche in tribunale - l'identità delle aziende che forniscono i farmaci utilizzati per sedare i detenuti, paralizzare il loro sistema respiratorio e fermare il cuore, al fine di garantire la qualità dei farmaci che sarebbero stati utilizzati per ucciderli ed essere certi che erano stati ottenuti legalmente. Per lo Stato, invece, la segretezza è necessaria per proteggere i fornitori da azioni legali o persecutorie. In marzo un tribunale aveva deciso in loro favore, ma la Corte Suprema dello Stato ha rovesciato tale decisione alla fine di aprile, stabilendo che "i ricorrenti non hanno diritto alle informazioni richieste più di quanto ne potrebbero avere se fossero giustiziati sulla sedia elettrica”. (Fonti: independent.co.uk, 30/04/2014)
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