UGANDA: AUTORITA’ CARCERARIA CONTRARIA A PENA CAPITALE
21 giugno 2012: il Servizio Prigioni dell’Uganda (UPS) si è dichiarato contrario alla pena di morte, ricordando che lo scopo delle carceri è quello di riabilitare i rei, e non di ucciderli.
"Stiamo affrontando la questione della pena di morte," ha detto Frank Baine, portavoce dell’UPS, nel corso del Forum della Commissione Diritti Umani ugandese per la promozione dei diritti dei detenuti, iniziato il 20 giugno presso l'Hotel Imperial Royale.
Baine detto che le prigioni servono alla riabilitazione e non ad impiccare i prigionieri. "Il nostro mandato è quello di tenerli in custodia in condizioni di sicurezza. Siamo per riformare e reintegrare, non per le impiccagioni".
"I prigionieri sono parte della nostra famiglia. Nel momento in cui impicchi, è come se impiccassi te stesso", ha detto Baine.
Il portavoce UPS ha aggiunto che impiccare i prigionieri traumatizza sia il personale che i detenuti e ha sottolineato che, sebbene la pena di morte sia prevista dalla Costituzione, il Servizio Prigioni sta sostenendo il suo superamento.
Attualmente ci sono 473 persone nel braccio della morte ugandese.
L'incontro che si conclude oggi mira anche a far conoscere la Legge sulla Prevenzione e Proibizione della Tortura, 2012.
Nella sua presentazione della "Condizione dei detenuti nelle carceri: risultati, sfide e raccomandazioni" il Commissario per i servizi detentivi dell’UPS, Agostino Obura, ha rivelato essere 242 i prigionieri condannati al carcere a vita.
Altri 10 stanno scontando il carcere a vita, 266 tra 20 e 30 anni, 19 tra 31 e 40 anni, 24 tra 41 e 50 anni, uno tra 51 e 60 anni e tre detenuti tra 61 e 70 anni.
Ha citato casi specifici di violazioni dei diritti umani derivanti dalla mancanza di condizioni basilari quali il sovraffollamento delle carceri, prigioni non conformi alle norme raccomandate, alto numero di persone in custodia cautelare, prigioni fatiscenti e altro ancora.
Obura ha rivelato che 154 delle 226 unità carcerarie usano ancora il sistema del secchio, per cui i prigionieri usano semplicemente secchi per le proprie necessità.
Obura ha esortato la magistratura ad introdurre la libertà condizionale, in base alla quale un prigioniero cui rimane da scontare un certo periodo viene rilasciato a condizione di buona condotta.
Ha inoltre rivelato che una Carta dei detenuti è stata redatta e, una volta completata, informerà l’opinione pubblica sugli obblighi del Servizio Prigioni, organismo che dovrà rendere conto ai cittadini in modo da ridurre le violazioni dei diritti umani.
Il direttore del monitoraggio e ispezioni dell’UHRC, Roselyn Karugonjo Segawa, ha fatto una panoramica sulle conclusioni della Commissione relative ai luoghi di detenzione in Uganda.
Ha esortato l’UPS, il Ministero degli Affari Interni, le Forze di Polizia ugandesi e il direttore della pubblica accusa (DPP) a rilasciare urgentemente sospetti detenuti senza imputazioni.
Tuttavia, il DPP Richard Butera ha chiesto di sapere dove questo si verifichi.
Karugonjo ha sottolineato che per i sospetti detenuti in strutture militari passano mesi prima che siano portati in tribunale.
Il portavoce dell'esercito, colonnello Felix Kulayigye, ha detto che il numero dei reclusi nei centri detentivi militari si è ridotto a seguito di una sentenza della Corte costituzionale che ha fermato i processi tenuti nei suddetti centri a carico di non-combattenti. (Fonti: newvision.co.ug e 21/06/2012)
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