CINA. PECHINO STABILISCE RIDUZIONE DELLE ESECUZIONI
13 settembre 2007: una direttiva della Corte Suprema cinese stabilisce che la pena di morte va emessa solo nei confronti di “un numero estremamente ridotto di criminali efferati”. “In tutti i casi in cui non ci sia necessita' immediata di esecuzione – continua la Corte Suprema - va comminata la pena di morte con sospensione di due anni". Tali rinvii consentono spesso la trasformazione della condanna capitale in ergastolo, in seguito alla buona condotta del condannato.
Per la Corte, gli omicidi scatenati da dispute familiari o tra vicini non devono necessariamente essere puniti con la pena capitale, se vi sono responsabilita' anche da parte della vittima e se i familiari di chi e' stato ucciso ricevono un risarcimento.
Va inoltre evitata la condanna a morte quando l’imputato ammette la propria colpevolezza o fornisce informazioni importanti, così come nei casi di appropriazioni indebite qualora l’imputato restituisca le somme sottratte.
Nel richiedere una riduzione delle esecuzioni capitali, la Corte ribadisce tuttavia che queste vanno mantenute nel caso dei crimini piu' gravi. "Dobbiamo pienamente considerare la necessita' di salvaguardare la stabilita' sociale e non esitare nel comminare condanne a morte con esecuzione immediata nei confronti di criminali i cui reati hanno conseguenze estremamente gravi per la societa'". (Fonti: Adnkronos, 14/09/2007)
|