NTC. VICENDA INFERMIERE BULGARE, NO AL RICATTO
19 dicembre 2006: i dirigenti di Nessuno tocchi Caino, Sergio D'Elia, segretario dell'associazione e deputato della Rosa nel Pugno ed Elisabetta Zamparutti, tesoriere, hanno così commentato la notizia della condanna a morte in Libia delle cinque infermiere bulgare e del medico palestinese:
"La vicenda delle cinque infermiere, che con l'ingresso dal primo gennaio 2007 della Bulgaria nell'UE saranno a tutti gli effetti cittadine europee, ha tutte le caratteristiche di un vero e proprio sequestro operato dalla Libia per estorcere denaro alla Bulgaria e all'Unione Europea.
Dopo la condanna a morte dei sei nel maggio 2004, la Commissione UE aveva stanziato due milioni di euro per un piano di azione, varato nel novembre 2004, per fornire assistenza al Centro di Bengasi. Successivamente nel gennaio 2005 la Corte Suprema libica ha annullato le condanne a morte che ora di nuovo vengono comminate da un altro tribunale libico di grado inferiore. E' evidente quindi la strategia libica volta ad ottenere un "prezzo del sangue" di stampo coranico sempre più alto.
Per risolvere il caso, l'UE eviti di cedere al ricatto ma faccia sentire alla Libia tutto il peso politico affinchè siano rispettati in quel paese i diritti umani fondamentali ed introdotta una moratoria delle esecuzioni capitali." (Fonti: NtC, 19/12/2006)
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