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I sei hanno diritto ad un ultimo appello |
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LIBIA. CONDANNA A MORTE PER INFERMIERE BULGARE E MEDICO PALESTINESE
19 dicembre 2006: un tribunale di Tripoli ha condannato a morte le cinque infermiere bulgare e il medico palestinese accusati in Libia di aver intenzionalmente infettato centinaia di bambini con il virus Hiv.
Il processo era cominciato l'11 maggio scorso, dopo che nel dicembre 2005 la Corte Suprema libica aveva annullato le condanne a morte emesse l’anno precedente.
I sei sono in carcere dal 1999, con l’accusa di aver infettato l’anno prima col virus Hiv 426 bambini nell’ospedale pediatrico di Bengasi, 52 dei quali sono morti.
Adesso hanno la possibilità di presentare un ultimo appello presso la Corte Suprema.
Gli imputati sostengono di aver confessato sotto torture crimini mai commessi, tuttavia i poliziotti da loro indicati come torturatori sono stati precedentemente assolti dalla giustizia libica.
Diversi esponenti della comunità scientifica internazionale si sono schierati dalla parte dei condannati: per il prof. Luc Montagnier - coscopritore dell'Aids – per l’italiano Vittorio Colizzi e per numerosi altri studiosi, il virus era già presente nell'ospedale prima dell'arrivo dei sei, e il contagio è avvenuto per le pessime condizioni igieniche e sanitarie.
L’avvocato difensore Othman Bizanti aveva prodotto documenti in base ai quali nel 1997 furono registrati a Bengasi 207 casi di contagio da Hiv. (Fonti: Corriere della Sera, 19/12/2006)
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