ARABIA SAUDITA: RIPRISTINATA CONDANNA A MORTE DI MINORENNE
3 marzo 2022: Un tribunale dell’Arabia Saudita il 2 marzo 2022 ha ripristinato la condanna a morte che era stata emessa nei confronti di un cittadino saudita per crimini che avrebbe commesso da minorenne, ha reso noto la sua famiglia. La condanna a morte di Abdullah al-Huwaiti era stata annullata lo scorso anno. L’uomo fu arrestato nel 2017, quando aveva solo 14 anni, e condannato a morte quando ne aveva 17, dopo essere stato riconosciuto colpevole di omicidio e rapina a mano armata. Dopo che la Corte Suprema dell'Arabia Saudita ha commutato la condanna capitale nel novembre dello scorso anno, Huwaiti è stato nuovamente processato da un tribunale di Tabuk in base alla qisas, una forma di giustizia retributiva che consente alla famiglia della vittima di chiedere la condanna a morte, la diya (compensazione in danaro) o concedere la grazia. Il tribunale ha condannato a morte Huwaiti un’altra volta. La madre di Huwaiti ha diffuso la notizia del ripristino della condanna a morte del figlio il 2 marzo in una serie di tweet, invitando Re Salman bin Abdulaziz e il principe ereditario Mohammed bin Salman a intervenire per salvare Huwaiti. Il processo originale di Huwaiti era stato caratterizzato da controversie, poiché le prove utilizzate contro di lui e il modo in cui erano state ottenute sono state contestate dalle organizzazioni per i diritti umani. Dopo il suo arresto nel maggio 2017, il giovane era stato tenuto in isolamento per quattro mesi e gli era stato negato l'accesso a un avvocato. Secondo il gruppo per i diritti umani Reprieve, è stato interrogato sotto tortura, frustato con un cavo elettrico e picchiato al punto da non poter camminare per giorni. "Abdullah al-Huwaiti è stato condannato a morte non una, ma due volte, da un tribunale consapevole che quando è stato arrestato e torturato aveva solo 14 anni", ha dichiarato Maya Foa, direttrice di Reprieve. "Come è possibile questo nel momento in cui l'Arabia Saudita ha dichiarato, così spesso e rumorosamente, di aver eliminato la pena di morte per i minori?" Lo scorso aprile, il Re saudita Salman ha emesso un decreto per mettere fine alle condanne a morte per reati commessi da minorenni, prevedendo invece la pena massima di 10 anni in un carcere minorile. I gruppi per i diritti umani hanno tuttavia sollevato preoccupazioni sull’attuazione del decreto e hanno avvertito che diversi giovani rischiano ancora l’esecuzione. "La Corte Suprema aveva annullato la condanna di Abdullah al-Huwaiti a causa dei seri dubbi sulla sua colpevolezza e delle evidenze sulle torture cui è stato sottoposto per rendere una falsa confessione", ha affermato Ali Adubisi, direttore dell'Organizzazione Saudita Europea per i Diritti Umani. "Il fatto che il tribunale modifichi la sentenza, passando dalla categoria legale Haraba alla Qisas, indica solo la capacità dell'Arabia Saudita di manipolare le condanne a morte per motivi non legati alla giustizia. I minori ancora rischiano l’esecuzione e il sistema giudiziario in Arabia Saudita non è ancora in grado di garantire un processo equo". Oltre a Huwaiti, ci sono almeno altri cinque imputati a rischio di condanna a morte in Arabia Saudita per crimini commessi quando erano minorenni, secondo Reprieve. Questo perché la legge protegge specificamente i minorenni dalla pena di morte solo se condannati per una categoria di reati. (Fonti: Middle East Eye, 02/03/2022)
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