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Onu - Human Rights Committee
IRAN - Dialogo Interattivo del Terzo Comitato delle Nazioni Unite sulla Situazione dei Diritti Umani in Iran

26 ottobre 2020:

Il 26 ottobre si è tenuto (in videoconferenza) il Dialogo Interattivo del Terzo Comitato delle Nazioni Unite sulla Situazione dei Diritti Umani in Iran (United Nations Third Committee Interactive Dialogue on the Situation of Human Rights in Iran), che ha esaminato il nuovo rapporto di Javaid Rehman, il Relatore Speciale sulla Situazione dei Diritti Umani in Iran. A questo evento hanno partecipato i rappresentanti di dozzine di Stati membri delle Nazioni Unite.
Nel suo ultimo rapporto, Rehman ha espresso preoccupazione per le continue violazioni dei diritti umani in Iran. Ha espresso in particolare le sue preoccupazioni per l'uso della violenza da parte del regime contro i manifestanti detenuti dopo gli arresti che hanno seguito le massicce proteste popolari in Iran nel gennaio 2018 e novembre 2019. Rehman ha condannato la recente esecuzione del campione di wrestling iraniano, Navid Afkari, che era stato arrestato durante la rivolta popolare nel 2018.
Nel suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Rehman ha affermato che "sta emergendo un chiaro modello di tentativo di mettere a tacere il dissenso pubblico sulla situazione sociale, economica e politica in Iran. Negli ultimi mesi ci sono state condanne a morte ed esecuzioni contro individui sospettati di aver preso parte alle proteste".
Ha aggiunto che “Un caso emblematico è stata l'esecuzione arbitraria di Navid Afkari il 12 settembre 2020 in relazione al suo coinvolgimento nelle proteste dell'agosto 2018. Questa grave violazione del diritto alla vita è l'ultima esecuzione di una serie di condanne a morte legate alle proteste, nonostante le accuse di confessioni forzate indotte dalla tortura e altre gravi violazioni del giusto processo ".
L'esecuzione di Afkari ha scatenato un movimento globale chiamato "United for Navid" e la campagna vorrebbe che fosse vietato all’Iran di partecipare alle Olimpiadi del 2021 in Giappone.
I fratelli di Navid, Vahid e Habib, sono attualmente detenuti in isolamento. Sono stati condannati rispettivamente a 56 anni e 6 mesi di carcere, a 24 anni e 3 mesi di carcere e 74 frustate ciascuno.
Gli Stati Uniti hanno emesso sanzioni contro i funzionari della prigione e della magistratura coinvolti nell'esecuzione di Navid. Né l'ONU né l'UE hanno imposto sanzioni contro il regime per l'omicidio extragiudiziale, che ha avuto grande visibilità, di Navid.
Rehman ha affermato che “Il rapporto che presento delinea le mie gravi preoccupazioni riguardo alla situazione dei diritti umani in Iran, caratterizzata da violazioni sistematiche dei diritti umani e dalla continua impunità. Queste conclusioni provengono dalla mia indagine sulla violenta repressione del governo contro le proteste di novembre 2019 e gennaio 2020, l'uso della tortura, le dure condanne contro coloro che hanno protestato, le persecuzioni contro chi chiede giustizia, e la totale impunità dei responsabili".
Ha continuato dicendo che “la forza eccessiva e letale usata dalle forze di sicurezza contro le proteste a livello nazionale è stata il peggior incidente di violenza di Stato in Iran da decenni. I funzionari della sicurezza statale hanno usato intenzionalmente munizioni vere contro i manifestanti, spesso mirate alla testa o agli organi vitali, provocando oltre 300 morti accertate, comprese donne e bambini, sebbene il bilancio delle vittime sia probabilmente più alto".
La Reuters ha riferito l'anno scorso che il regime iraniano ha ucciso circa 1.500 persone durante le proteste che sono durate meno di 2 settimane nel 2019. In risposta ai diffusi disordini sociali e politici nel paese, il leader supremo dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha detto alle sue forze di sicurezza: "Fate tutto il necessario per porvi fine".
Il dossier di 28 pagine del relatore speciale descrive in dettaglio la sanguinosa repressione dei disordini del 2019.
"Nonostante la forte evidenza di questo palese disprezzo per l'obbligo dell'Iran di proteggere il diritto alla vita e di proteggere la libertà di espressione e di riunione pacifica, non è stata fornita alcuna informazione che sia stata condotta un'indagine coerente con gli standard internazionali per individuare e sanzionare i responsabili, e quasi un anno dopo, non è stato fatto alcun annuncio ufficiale riguardo al numero di morti e feriti”, ha scritto Rehman.
Ha aggiunto che "Inoltre, le famiglie delle vittime che hanno chiesto giustizia hanno subito intimidazioni e arresti da parte delle autorità, o sono state sottoposte a pressioni per accettare un risarcimento in denaro e far cadere le loro richieste di giustizia. Esorto il governo iraniano a lavorare con le famiglie, non contro di loro, e ad assicurare alla giustizia i responsabili delle morti e dei feriti".
La Press TV controllata dallo stato della Repubblica Islamica ha riferito che il rappresentante dell'Iran al Terzo Comitato dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Mohammad Zare'iyan, ha dichiarato: "Coloro che hanno redatto questo rapporto, hanno manipolato le questioni dei diritti umani contro il mio governo per distorcere la nostra realtà attraverso l’informazione. Non è un segreto che trarre vantaggio dalle "cosiddette questioni relative ai diritti umani fa parte della strategia di "massima pressione" degli Stati Uniti contro gli iraniani".

https://www.jpost.com/international/un-rapporteur-slams-irans-regime-for-execution-of-wrestler-647055 
https://www.ncr-iran.org/en/news/human-rights/un-third-committee-session-makes-addressing-human-rights-violations-in-iran-imperative/ https://www.un.org/press/en/2020/gashc4302.doc.htm 
https://undocs.org/en/A/75/213 

(Fonte: Jerusalem Post, ncr-iran.org)

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