BASTA PENA DI MORTE, MORTE PER PENA E PENA FINO ALLA MORTE
24 ottobre 2020: Da questa settimana, tutti i venerdì, Il Riformista ha deciso di pubblicare una pagina interamente dedicata ai problemi delle carceri, delle pene, della sopraffazione giudiziaria. La pagina sarà curata da Nessuno tocchi Caino che – ha scritto il giornale diretto da Piero Sansonetti – “è l'organizzazione più esperta e impegnata su questi temi”. Partiamo da una idea: che esista una contraddizione paurosa tra il carcere (le pene) e la modernità. Ci immaginiamo i nostri nipoti increduli di fronte alla informazione che solo pochi anni prima di loro vigesse la barbarie del carcere? Ringraziamo Il Riformista per aver deciso di pubblicare notizie e raccontare storie di regimi inquisitori e mortiferi – giudiziari, penali e penitenziari – che sono fuori dal tempo e fuori dal mondo, ma che pure sono ancora in voga nel nostro tempo e nel nostro mondo. Un tempo e un mondo in cui vigono ancora la pena di morte, la morte per pena, la pena fino alla morte. Dove esistono ancora edifici costruiti per la pena mentale e corporale, votati alla violenza, alla sofferenza, al dolore. Tant’è che continuiamo – forse senza rendercene conto – a chiamare tali strutture “luoghi di pena”, “istituti penitenziari”. Perché tali sono: luoghi dediti a pratiche inumane, crudeli e degradanti, strutturalmente adibiti per la coercizione fisica e morale.
Per saperne di piu' : https://www.ilriformista.it/il-razzismo-ha-cambiato-volto-dalla-schiavitu-al-patibolo-169857/
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