IRAN: 15.000 GIUSTIZIATI PER REATI DI DROGA DAL 1979
12 novembre 2019: Sono 15.000 i giustiziati in Iran per reati di droga dal 1979, anno di fondazione della Repubblica Islamica. Il dato è stato fornito da Jalil Mohebbi, un religioso di medio rango che ricopre l’incarico di “segretario del personale del Ministero per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio”, un organo di supervisione/controllo religioso della moralità in Iran. Mohebbi ha fornito il conteggio nel corso di una riunione alla quale partecipava anche Ebrahim Raisi, il presidente della Corte Suprema iraniana, in pratica il capo del sistema giudiziario. Richiesto di un commento Parviz Esmaeili, direttore del quotidiano filogovernativo Teheran Times e anche vice capo della comunicazione del governo, avrebbe detto all’agenzia di stampa Fars che i dati sono "inaccurati" e "privi della precisione richiesta", e come tali non dovrebbero essere pubblicati. C’è da ricordare che tutte le cifre relative alla repressione in Iran sono di solito sottostimate, perché le autorità non forniscono dati ufficiali, e contrastano l’attività delle organizzazioni umanitarie che si occupano di queste cose, organizzazioni che quasi nella loro interezza devono operare dall’estero. Dopo la Cina, la Repubblica Islamica dell'Iran, l'Arabia Saudita, il Vietnam e l'Iraq sono rispettivamente i principali paesi al mondo in cui viene eseguita la pena di morte. Secondo molte fonti, l’Iran è primo in questa “graduatoria” se si considera la proporzione con la popolazione. Secondo molte fonti l’Iran è anche il paese che mette a morte più minorenni nel mondo, in un contesto in cui i paesi che ancora giustiziano i minorenni sembra siano ridotti a 4: appunto l’Iran, il Pakistan, l’Arabia Saudita e lo Yemen. "Per anni, le autorità iraniane hanno usato la pena di morte per diffondere un clima di paura nello sforzo inutile di contrastare il traffico di droga, ma non ci sono prove che dimostrino che questo è un metodo efficace per combattere il crimine", aveva detto nel 2015 Said Boumedouha, vicedirettore di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa. Nel suo ultimo rapporto, il relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Iran, Javaid Rehman, ha osservato che mentre le esecuzioni nel paese sono diminuite da 507 nel 2017 a 253 nel 2018, il paese ha ancora uno dei più alti numeri di esecuzioni al mondo. Un emendamento del 2017 alla legge sui reati di droga ha svolto un ruolo fondamentale nel ridurre il numero di esecuzioni in Iran. (Fonti: radiofarda.com, iran-hrm, 04/11/2019)
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