ROMA: PRESENTATA LA CAMPAGNA @MovingRights4Iran con #DiteloaRouhani
13 novembre 2015: una pagina Facebook (@MovingRights4Iran), un hashtag su Twitter (#DiteloaRouhani), una lettera aperta ai massimi responsabili dello Stato Italiano e una manifestazione domani (14 novembre) dalle 10 alle 14 a piazza del Popolo per chiedere che le autorità che sabato e domenica incontreranno il presidente iraniano Hassan Rohani a Roma mettano in agenda la questione della pena di morte e del rispetto dei diritti umani nella Repubblica Islamica. Sono queste le iniziative presentate oggi a Roma da Nessuno tocchi Caino ed Equality Italia, oltre che da Partito Radicale, Associazione Luca Coscioni, A Buon Diritto, Arci, ArciGay, Radicali Italiani, Certi Diritti, ArciLesbica, Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili, Eraonlus, Non c'è Pace senza Giustizia, Lega Italiana dei Diritti Umani, Hope, GaiaItalia.com, Comitato Helsinki, We Are What We Do.
Nella pagina Facebook @MovingRights4Iran e sull'account di Twitter con l'hashtag #DiteloaRouhani sono raccolte storie di dissidenti e oppositori politici in carcere, ma anche di poeti condannati a essere frustrati per ''insulto al sacro'' o di una vignettista finita dietro le sbarre e umiliata con un test di verginità per aver ritratto i parlamentari di Teheran con un volto animale. Perché in Iran sono ancora in vigore ''punizioni degradanti e disumane, fustigazioni, amputazione degli arti, torture'', sottolinea Elisabetta Zamparutti, rappresentante per l'Italia al Consiglio d'Europa nel Comitato per la prevenzione della tortura.
''Dall'elezione di Rohani alla presidenza iraniana nel giugno del 2013 le esecuzioni in Iran sono triplicate, con duemila giustiziati, tra cui minorenni e donne - spiega Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino – Non bastera' la solita formula 'siamo preoccupati', ne' un richiamo generico, ma occorre fare una lista precisa delle gravi violazioni dei diritti umani in Iran, una minaccia quotidiana e concreta nei confronti del popolo iraniano, e ricordarci che gli affari duraturi si fanno con un Paese sostenibile e non con uno illiberale come l'Iran dove ogni accordo deve essere approvato dalla Guida suprema, l'Ayatollah Ali Khamenei, ed è condizionato dal via libera dei Pasdaran''. "Gli accordi commerciali non sono incompatibili con i diritti umani. Gli uni servono agli altri se procedono di pari passo". Inoltre, aggiunge d'Elia, ''l'Iran continua a voler cancellare Israele dalla mappa. Se questa questione non viene sollevata negli accordi, allora nulla è credibile''.
In Iran è in atto un ''processo di annientamento dei diritti umani'', interviene Zamparutti, che ricorda che ''al 15 ottobre sono state compiute almeno 845 esecuzioni e si arriverà a superare le mille quest'anno. Almeno 560 sono state le esecuzioni per reati di droga, l'89 per cento del totale mondiale, anche se le Nazioni Unite non considerano 'legittima' in base al diritto internazionale
l'applicazione della pena di morte per i reati legati alla droga''.
Zamparutti ricorda poi l'attacco del 29 ottobre ''con 80 missili a Camp Liberty vicino a Baghdad, dove sono ospitati duemila rifugiati, membri della Resistenza Iraniana. “Ne sono morti 24, ma non c'è stata alcuna reazione da parte del nostro governo''. Inoltre, afferma Aurelio Mancuso di Eqaulity Italia, in Iran ''dal 1979 sono stati uccisi quattromila omosessuali''. Esiste un ''diritto di fare accordi, ma anche un dovere di sottolineare la necessità di uno stato di diritto in Iran'', ha concluso Nariman Ardalani, rappresentante della Resistenza Iraniana. (Fonti: AdnKronos/Aki, Ansa, 13/11/2015)
|