CONNECTICUT (USA): LA POLONIA TENTA DI SALVARE RICHARD ROSZKOWSKI
8 dicembre 2013: la Polonia sta esercitando pressioni affinché Richard Roszkowski non venga condannato a morte. Roszkowski, 48 anni, bianco, nato negli Usa da due genitori entrambi polacchi, era stato condannato a morte da una giuria popolare il 15 luglio 2009 con l’accusa di aver ucciso, il 7 settembre 2006, la ex fidanzata Holly Flannery, 39 anni, la figlia della donna, Kylie, 9 anni, e un amico della donna, Thomas Gaudet, 38 anni.
Il 16 ottobre 2009 il giudice che aveva presieduto il processo, John Kavanewsky, aveva annullato la raccomandazione della giuria popolare riconoscendo di aver commesso un errore nel non spiegare adeguatamente ai giurati popolari che prima di votare all’unanimità per la pena di morte, dovevano votare all’unanimità la mancanza di attenuanti.
Il 26 aprile 2010 il giudice George Thim aveva accolto la richiesta dei difensori di rinviare di un anno la ripetizione della fase di sentenza di Roszkowski, e al termine di una ulteriore serie di ricorsi, il processo dovrebbe iniziare il 7 gennaio. In realtà il Connecticut lo scorso anno ha abolito la pena di morte, ma poiché quello di Roszkowski è un processo già iniziato all’epoca della abolizione, la nuova legge non può essere applicata automaticamente.
In una intervista al quotidiano Connecticut Post la vice console Agniestka Torres, che è a capo della sezione legale del Consolato Generale della Polonia a New York, ha detto che una lettera del governo polacco, ispirata direttamente dal Presidente della Repubblica Bronislaw Komorowski, e firmata dalla Console Generale Ewa Junczyk-Ziomecka, è stata notificata questa settimana al Governatore Malloy e al Procuratore Generale Kevin Kane.
Nella lettera il suo governo esprime la propria assoluta contrarietà all’ipotesi che “il cittadino polacco Richard Roszkowski possa essere condannato a morte”.
Lo scorso 31 agosto il Presidente Komorowski, ha firmato la legge di ratifica delle norme che prevedono l'abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza come stabilito dal protocollo 13 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.
La Polonia era uno dei pochi paesi appartenenti al Consiglio d'Europa in cui era ancora ammessa la pena di morte per i condannati in caso di guerra. Il Procuratore Generale Kane ha confermato di aver ricevuto la lettera in cui la console Ziomecka gli chiede un incontro, ma ha aggiunto di non volerla commentare, trattandosi di un caso aperto. A parte le questioni strettamente giuridiche, i difensori di Roszkowski non negano gli omicidi, ma chiedono le attenuanti che potrebbero derivare da danni cerebrali a seguito di un incidente automobilistico, dai postumi di una epatite, e dalla tossicodipendenza. (Fonti: Connecticut Post, 08/12/2013)
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