PAKISTAN: LIBERATO IL CRISTIANO YOUNIS MASIH
28 novembre 2013: il 35enne cristiano Younis Masih è stato rilasciato in Pakistan con un provvedimento della Corte di appello di Lahore. Lo ha reso noto l’agenzia Fides, ricordando che Masih era stato condannato a morte per blasfemia da un tribunale di primo grado a Lahore il 30 maggio 2007. Il suo caso è stato riaperto nel settembre 2012, quando alcune organizzazioni cristiane come “Legal Evangelical Association Development” (LEAD), assistendo la famiglia dell’uomo, hanno depositato un ricorso che è andato a buon fine. Il 3 aprile Masih era stato assolto e oggi è stato definitivamente liberato. Younis Masih e la sua famiglia si trovano comunque in un luogo nascosto, dato che, pur essendo l’innocenza provata, per gli estremisti restano macchiati di “blasfemia” e potrebbero essere uccisi.
Younis Masih languiva in carcere dal 10 settembre 2005: allora aveva 27 anni. Ha trascorso ben otto anni della sua vita in prigione, prima che la Corte d’Appello appurasse la sua innocenza.
Masih aveva subito un attacco cardiaco l'8 gennaio del 2013 e resta malato di cuore.
“Ho quattro figli e non ho lavoro, nessuno mi sta aiutando. Vivo con il terrore di essere ucciso a sangue freddo”, ha detto Masih all’avvocato Mustaq Gill, di LEAD, che ha seguito il suo caso.
Masih ha ricordato due casi simili al suo: quello di Rimsha Masih, la ragazza disabile mentale accusata falsamente di blasfemia e poi scagionata, oggi residente in Canada; quello di Asia Bibi, donna e madre cristiana, condannata morte per blasfemia nel 2010, che resta nel braccio della morte nel carcere femminile di Multan.
L’avocato Gill ricorda a Fides che “i cristiani in Pakistan temono minacce, attacchi, violenze, discriminazione e odio. La legge di blasfemia è sempre una spada di Damocle che pende sulle loro teste: La loro vita non è sicura nemmeno dopo il rilascio dal carcere”. “Facciamo appello ai nostri fratelli e sorelle cristiani perché preghino per la salvezza di Younis Masih e aiutino la sua famiglia”, conclude. (Fonti: Agenzia Fides 29/11/2013)
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