ONU: RISOLUZIONE CONTRO ESECUZIONI LEGATE A IDENTITÀ DI GENERE
20 novembre 2012: il Terzo Comitato dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che per la prima volta riconosce l'identità di genere come una delle caratteristiche per le quali proteggere le persone da esecuzioni extragiudiziarie.
Il Terzo Comitato ha approvato la risoluzione con 108 voti a favore, 65 astenuti, 19 assenti e un solo contrario, l'Iran. A presentare la risoluzione era stata la Svezia, che aveva sottoposto all'attenzione degli altri stati il testo che condanna esecuzioni extragiudiziali, sommarie e arbitrarie basate sull'orientamento sessuale, l'identità di genere, l'etnia e altre caratteristiche e che impone agli stati di avviare rigorose indagini in tutti i casi di esecuzioni sospette. Gli stati, inoltre, sono obbligati a indagare su tutti gli omicidi, compresi quelli di persone colpite per il loro orientamento sessuale o per l'identità di genere. Solo due anni fa, i casi riconducibili all'orientamento sessuale erano stati esclusi da questo genere di risoluzioni per via dell'opposizione degli stati africani che quest'anno avevano anche messo a rischio il concetto di diritti basati sull'orientamento sessuale e l'identità di genere. A mettere i bastoni fra le ruote anche gli Emirati Arabi Uniti che a nome della Organizzazione della Cooperazione Islamica avevano chiesto l'eliminazione delle diciture "orientamento sessuale" e "identità di genere" dai testi riguardanti i diritti umani, ma il tentativo era stato sconfitto con 86 voti contro, 44 a favore e 31 astensioni.
La risoluzione sulle esecuzioni extragiudiziali viene sottoposta a voto ogni due anni e quest'anno le organizzazioni lgbt internazionali avevano chiesto come prioritario l'inserimento dell'identità di genere tra le condizioni da tutelare.
Il voto è stato espresso nel giorno del Transgender Day of Remembrance, acquisendo così un valore, anche simbolico, ancora maggiore. (Fonti: gay.it, 22/11/2012; queerty.com, 26/11/2012)
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