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David Simelane (al centro) |
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SWAZILAND: CONDANNATO ALL’IMPICCAGIONE PER SERIE OMICIDI
1 aprile 2011: un uomo è stato condannato all’impiccagione in Swaziland dopo che, nove giorni fa, era stato riconosciuto colpevole degli omicidi di 28 persone, in prevalenza donne e bambini.
Si tratta di David Simelane, che è ora intenzionato a presentare appello, ha detto il suo avvocato d’ufficio Mduduzi "Tsotsi" Mabila, aggiungendo tuttavia che l’uomo è preparato al peggio.
“Ha detto di essere pronto a tutto”, ha detto l’avvocato Mabila all’agenzia Afp.
Gruppi per i diritti delle donne hanno festeggiato la condanna all’esterno del tribunale.
Mbali Dlamini della Coalizione delle Donne ha dichiarato che la rapida condanna è stata una sorpresa in un caso che si trascina da almeno dieci anni.
“Non è una persona che possa essere lasciata libera nella società, quindi è giusto che venga impiccata”, ha dichiarato la Dlamini alla Afp.
La serie di omicidi commessi da Simelane sarebbe avvenuta da fine anni ’90 al 2001, quando le sparizioni delle vittime cominciarono ad essere riportate.
Nel 2001 la Polizia arrestò Simelane, che condusse gli inquirenti nei luoghi in cui aveva sepolto le sue vittime.
Furono rinvenuti un totale di 45 corpi - comprese diverse donne incinte – principalmente nei boschi di Malkerns, fuori della città di Manzini.
Per la polizia, Simelane attirava le donne con la promessa di un lavoro. Lo stato di decomposizione dei corpi non ha consentito di stabilire se siano state violentate.
L’ultima esecuzione praticata in Swaziland risale al 1983. (Fonti: Afp: 02/04/2011)
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