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Un boia in Arabia Saudita mostra la sua spada |
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ARABIA SAUDITA: DUE GIUSTIZIATI PER TRAFFICO DI HASHISH E OMICIDIO
18 febbraio 2025: Le autorità saudite hanno giustiziato un cittadino somalo condannato per traffico di droga e un cittadino saudita riconosciuto colpevole di omicidio, ha annunciato il Ministero degli Interni il 16 febbraio 2025. Il somalo, identificato come Mohamed Nur Hussein Ja'al, era stato arrestato per aver tentato di trafficare hashish in Arabia Saudita. Un tribunale specializzato lo aveva dichiarato colpevole e condannato a morte con pena tazir, una sentenza discrezionale nella legge islamica per i reati gravi. Dopo un appello, la Corte Suprema aveva confermato la sentenza e un decreto reale ha autorizzato l'esecuzione, che è stata praticata il 16 febbraio a Najran, nell'Arabia Saudita meridionale. Hussein è stato decapitato, in conformità con le pratiche di esecuzione dell'Arabia Saudita. La sua famiglia, in una dichiarazione a SMS Somalia TV, ha accusato le autorità di Riad di aver praticato un'esecuzione ingiusta, sostenendo che il figlio non abbia ricevuto un giusto processo. La famiglia ha inoltre affermato che a Hussein è stato dato scarso accesso alla rappresentanza legale o alle opportunità di appello. L'Arabia Saudita applica uno dei sistemi legali più severi al mondo, con la pena capitale spesso praticata per reati legati alle droghe, omicidio e accuse di terrorismo. Il Ministero degli Interni ha affermato che le esecuzioni rafforzano la posizione del governo contro il traffico di droga e i crimini violenti, sottolineando che i trasgressori sono soggetti a severe conseguenze legali. Almeno 50 cittadini somali si trovano attualmente nel braccio della morte in Arabia Saudita, principalmente per reati legati alle droghe. Molti di loro, affermano i gruppi per i diritti umani, sono stati costretti o ingannati a trafficare sostanze illecite sotto minacce o false offerte di lavoro. Il governo somalo e le missioni diplomatiche hanno chiesto clemenza per conto di questi prigionieri. Il consolato somalo a Jeddah afferma di essere stato impegnato in trattative dirette con i funzionari sauditi, cercando di commutare le condanne a morte in lunghe pene detentive. Anche le famiglie di coloro che sono nel braccio della morte hanno chiesto un intervento governativo più forte per impedire ulteriori esecuzioni. Il governo somalo ha una posizione complessa sulla pena di morte. Mentre la Somalia stessa applica la pena capitale, in particolare per omicidio, tradimento e crimini legati al terrorismo, il suo governo è intervenuto attivamente a favore dei cittadini che rischiano l'esecuzione all'estero. Tuttavia, i critici sostengono che gli sforzi diplomatici siano stati deboli nell'impedire l'esecuzione di somali in Paesi con codici legali rigidi come l'Arabia Saudita. (Fonte: Hiiraan, 17/02/2025)
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