IRAN - Concluso con pesanti condanne in Belgio il processo di primo grado contro Assadollah Assadi
3 febbraio 2021: Condannati ad Anversa Assadollah Assadi e i suoi 3 complici Nassimeh Naami, Mehrdad Arefani, e Amir Saadouni, rispettivamente a 20, 18, 17 e 15 anni. I 3 uomini e la donna sono accusati di aver cercato di collocare, nel 2018, una bomba sul palco delle personalità durante il raduno del National Council of Resistance of Iran (NCRI), raduno che si svolge ogni anno in Francia, a Parigi o nei dintorni. L'NCRI è l'ala politica del gruppo di opposizione iraniano in esilio Mujahedin-e Khalq (MEK), un gruppo il cui quartier generale è in Francia, che si oppone esplicitamente all’attuale governo iraniano. Il discorso principale del raduno del 2018 era stato tenuto da Rudy Giuliani, l'ex sindaco di New York City e poi avvocato personale dell’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Gli Stati Uniti hanno considerato il MEK, che in origine contrastava sia il regime dello Scià sia il regime teocratico degli Ayatollah da posizioni marxiste, un gruppo terroristico fino al 2012. Tale definizione è stata rimossa a seguito di una campagna di lobbying e all’impegno dell’organizzazione a non utilizzare metodi violenti. Giuliani è tra coloro che hanno esercitato pressioni in suo favore. L'attacco al raduno è stato sventato da un'operazione coordinata tra i servizi di sicurezza francesi, tedeschi e belgi. Funzionari francesi hanno detto che Assadi era responsabile dell'intelligence nell'Europa meridionale, e agiva su ordine di Teheran. Amir Saadouni, 40 anni, e sua moglie, Nasimeh Naami, 36 anni, erano stati arrestati in Belgio la mattina del 30 giugno 2018 (alcune fonti dicono 29 giugno). La polizia belga ha intercettato la coppia belga di origine iraniana che guidava da Anversa a Parigi con un ordigno composto da 500 grammi di esplosivo TATP nascosto nel beauty case della donna, e un detonatore comandato a distanza nascosto tra gli assorbenti della donna. Secondo l’accusa erano diretti a Villepinte, nei sobborghi di Parigi, dove, nella stessa giornata del 30 giugno, gli attivisti del NCRI tenevano un importante incontro internazionale. Durante le indagini, hanno ammesso di aver ricevuto da Assadi “un pacchetto”, ma di non sapere che si trattasse di una bomba, ma tutt’al più di qualcosa che avrebbe fatto “molto rumore”. Il quarto imputato, Mehrdad Arefani, un uomo di origini iraniane e cittadinanza belga, è ritenuto dagli investigatori un infiltrato tra i simpatizzanti dei Mojahedin del popolo, e avrebbe collaborato alla preparazione dell’attentato. Come Nessuno tocchi Caino aveva riportato il 28 novembre 2020 (vedi), il dibattimento era iniziato ad Anversa, in Belgio, il 27 novembre. Il processo è stato seguito con attenzione dai media, trattandosi del primo processo in Europa in cui un diplomatico iraniano era accusato di un atto di terrorismo i cui mandanti sarebbero stati, secondo la ricostruzione dell’accusa, i vertici dello stato iraniano. Altri paesi europei hanno attribuito all’Iran attentati contro dissidenti, tra cui due omicidi nei Paesi Bassi nel 2015 e nel 2017, e un omicidio sventato in Danimarca nel 2018, ma questo è stato il primo processo che ha visto la collaborazione di più governi, e soprattutto il primo che è stato possibile celebrare con imputati ben identificati e con prove circostanziali. Oggi è stata emessa la sentenza: Assadi, 48 anni, ex Terzo Segretario dell’ambasciata iraniana a Vienna, è stato condannato a 20 anni. La Corte non gli ha riconosciuto la protezione dell’immunità diplomatica. Assadi era stato arrestato il 30 giugno 2018 durante una vacanza in Germania, dove non godeva dell’immunità diplomatica, e consegnato al Belgio. La Naami, Arefani, e Saadouni, complici di Assadi nel complotto, sono stati rispettivamente condannati a 18, 17 e 15 anni di carcere e sono stati privati della cittadinanza belga. Teheran ha negato il proprio coinvolgimento, e sin dalle fasi istruttorie ha reclamato la protezione diplomatica per Assadi, che per il governo iraniano è “assolutamente innocente”. Prima della sentenza il governo iraniano aveva detto a più riprese che non avrebbe riconosciuto la validità della sentenza. La prima reazione ufficiale iraniana mantiene la linea: “Condanniamo fermamente la decisione di un tribunale belga di condannare un diplomatico iraniano accusato di aver pianificato un attentato contro una riunione di un gruppo di opposizione in esilio in Francia”, ha detto Saeed Khatibzadeh, portavoce del ministero degli Esteri, in una dichiarazione giovedì alla TV statale. "Come abbiamo affermato molte volte in precedenza, la detenzione di Assadolah Assadi, il processo e la recente condanna sono illegali e una chiara violazione del diritto internazionale, in particolare la Convenzione di Vienna del 1961", ha detto Khatibzadeh. Secondo la sentenza odierna, la bomba che Assadi aveva consegnato a Naami e Saadouni era stata fabbricata in Iran ed era stata portata in Europa in una valigia diplomatica. Naami e Saadouni avevano ricevuto istruzioni di posizionare la bomba “il più vicino possibile” alla signora Maryam Rajavi, presidente del NCRI. La Corte ha respinto l'affermazione della coppia di aver agito per paura e intimidazione, ed ha accertato la validità di documenti che dimostravano che avevano costantemente ricevuto denaro da Assadi in cambio di informazioni. La Corte ha anche respinto le affermazioni di Arefani di non essere stato in contatto con Assadi. La sentenza è stata festeggiata e commentata in una conferenza online con partecipanti da oltre 3.000 luoghi in tutto il mondo. A questa conferenza hanno partecipato anche molte delle personalità internazionali che erano presenti nel 2018 alla manifestazione di Villepinte, e che si erano costituite parte civile nel processo. Oratrice principale della conferenza è stata la signora Rajavi, presidentessa del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana. "La condanna odierna del diplomatico-terrorista è la conferma, da parte di un’autorità giudiziaria europea, dell’uso del terrorismo di stato che fa l’Iran”. “L'Iran e il resto del mondo hanno sofferto per questo terrorismo negli ultimi quattro decenni. L'intelligence e i ministeri degli esteri e le ambasciate del regime sono stati direttamente coinvolti in questo complotto". "Questo è un trionfo epocale per il popolo iraniano e la Resistenza. Questo è un duro colpo politico e diplomatico per il regime clericale in Iran”. La Rajavi ha proseguito: “[La sentenza] segna la fine degli inganni di entrambe le fazioni del regime per coprire i loro ruoli nei crimini terroristici. Ha rivelato lo scandaloso finanziamento dei loro agenti per sostenere la campagna di demonizzazione contro l'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell'Iran e la Resistenza iraniana. È un colpo irreparabile alla strategia di esportazione del regime clericale e la diffusione del terrorismo". "Sì, il rovesciamento del regime dei mullah sarà il risultato definitivo della determinazione e del desiderio del popolo iraniano", ha sottolineato la presidente del NCRI. Dopo l’intervento della Rajavi, hanno preso la parola molti ospiti illustri da diversi paesi nei cinque continenti: Ingrid Betancourt, Giulio Terzi, Pandeli Majko, Tom Ridge, Patrick Kennedy, Michèle de Vaucouleurs, Alejo Vidal-Quadras, Steve McCabe, Wesley Martin , Riad Yassin Abdallah, Jean Michele Clement, Stephen Harper, James Jones, Lars Rise, Tahar Boumedra, Kimmo Sasi, Paulo Casaca, Eric David, Michele Alliot-Marie, Gianna Gancia, John Baird, Linda Chavez, Robert Torricelli, Struan Stevenson, Robert Joseph, Matthew Offord, David Jones, e Martin Patzelt. La maggior parte degli oratori erano potenziali vittime dell’attentato di Villepinte. Tra questi Giulio Terzi, ex ministro degli Esteri italiano, che ha dichiarato: “Questo è un momento in cui dobbiamo credere che si debba ottenere giustizia anche per altri crimini commessi dall'odioso regime dei mullah. Deve essere resa giustizia per l'esecuzione in massa di prigionieri politici nel 1988, e l'uccisione di rifugiati politici in altri paesi”, ha detto Giulio Terzi, ex ministro degli Esteri italiano. “Gli stati troppo accondiscendenti con il regime dei mullah devono essere consapevoli che la maschera è finalmente caduta. Il regime è certificato come uno stato terrorista dalla corte. I giudici hanno stabilito che Assadi agiva per conto dei leader del regime iraniano. Ciò mostra l'unità tra la cosiddetta linea dura e le fazioni riformiste del regime. Il regime, in particolare Zarif, ha utilizzato cittadini con doppia nazionalità, civili innocenti, come ostaggi per influenzare il caso di Assadi e ottenerne il rilascio" ha concluso Terzi. Tra le personalità che hanno preso la parola, anche la europarlamentare italiana Gianna Gancia: “Abbiamo bisogno di una linea di condotta più energica contro le attività minacciose del regime iraniano in Europa. In Europa dobbiamo essere fermi contro le azioni del regime iraniano. È giunto il momento di declassare le relazioni diplomatiche con l'Iran. Dovremmo ritirare i nostri ambasciatori dall'Iran”, ha detto l'eurodeputata Gancia.
https://irannewsupdate.com/news/terrorism/iranian-diplomat-and-his-terror-squad-sentenced-to-prison/
https://english.mojahedin.org/i/assadollah-assadi-trial-court-verdict-20210204
https://www.reuters.com/article/iran-plot-verdict-reaction-int-idUSKBN2A41ZW (Fonti: irannewsupdate.com, PMOI/MEK, Reuters)
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