IRAN: ALTRI OTTO DIMOSTRANTI CONDANNATI A MORTE
30 giugno 2020: Sono state confermate in Iran altre otto condanne a morte di partecipanti a disordini di piazza. La notizia è stata pubblicata dal sito filogovernativo “Quds Online”, con riferimento a Mohammadreza Habibi, il principale giudice della provincia di Isfahan, che ne avrebbe parlato il 26 giugno 2020, durante il sermone della Preghiera del Venerdì. “Quando le leggi vengono violate, come è successo durante i disordini del 2009, del 2017 e nel novembre 2019, noi affrontiamo i ribelli e i teppisti con decisione”. Habibi ha aggiunto che la Corte Suprema ha confermato le condanne a morte di otto “contestatori” accusati di “Moharebeh”, ossia di “spargere la corruzione sulla terra”. Non ha chiarito invece se gli uomini siano stati arrestati dopo i disordini del novembre 2019, o dopo altri episodi. Due giorni prima (24 giugno) si era appreso che la Corte Suprema aveva confermato tre condanne a morte emesse a Teheran per le “proteste di novembre”. Considerata la distanza tra Teheran e la regione di Isfahan (anche Esfahan) i due casi verosimilmente sono distinti. Quelle che la stampa internazionale ha chiamato “le proteste di novembre” sono disordini di piazza durati diversi giorni ed estesi ad almeno 29 delle 31 provincie iraniane, scaturiti dopo un decreto legge del governo che, nonostante l’Iran sia uno dei maggiori produttori mondiali di petrolio, triplicava i prezzi dei carburanti, e ne disponeva il razionamento. Non esiste un bilancio definitivo delle vittime dei “disordini”, secondo il governo poche centinaia, secondo gruppi dell’opposizione e la Reuters, 1.500 morti e migliaia di arresti. (Fonti: Al-Arabia, 27/06/2020)
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