PAKISTAN: CONDANNATO A MORTE PER BLASFEMIA
23 gennaio 2014: un tribunale di Rawalpindi, in Pakistan, ha condannato a morte un sedicente profeta dopo averlo riconosciuto colpevole di blasfemia.
Il giudice Naveed Iqbal ha anche inflitto un'ammenda di 1 milione di rupie a Mohammad Asghar, 65enne cittadino britannico.
Asghar è stato arrestato a Sadiqabad nel 2010, dopo aver scritto e inviato lettere a diverse persone, incluso un poliziotto, sostenendo di essere un profeta. La polizia ha registrato Asghar sulla base della sezione 295- C del Codice Penale pakistano.
La sezione recita: "Chiunque con le parole, sia pronunciate che scritte, o con rappresentazione visibile o qualsiasi attribuzione, allusione, insinuazione, direttamente o indirettamente, offende il sacro nome del Profeta Muhammad (pace a Lui), deve essere punito con la morte o il carcere a vita, ed è anche passibile di multa".
L'avvocato della difesa ha sostenuto che, poiché Asghar è affetto da disturbi mentali, il suo caso dovesse essere trattato con criteri umanitari. Il tribunale ha istituito un collegio medico per verificare la tesi dell'avvocato, tuttavia il collegio ha sostenuto nella sua relazione che Asghar è psicologicamente stabile e non soffre di alcun disturbo. (Fonti: dawn.com, 24/01/2014)
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