OHIO (USA): DENNIS MCGUIRE SPIRA DOPO 15 MINUTI DI AGONIA. IL COMMENTO DI SERGIO D’ELIA
16 gennaio 2014: Dennis McGuire è stato giustiziato in Ohio con il nuovo protocollo di iniezione letale, che non sembra aver funzionato bene. Secondo i diversi giornalisti che hanno assistito all’esecuzione, McGuire è rimasto immobile per quasi cinque minuti, poi ha emesso un forte rantolo, ed ha continuato a rantolare per diversi minuti. Ha aperto e chiuso la bocca diverse volte senza emettere suoni, mentre l’addome si alzava e si abbassava. Un colpo di tosse ha accompagnato quello che è sembrato essere l’ultimo movimento di McGuire.
L’esecuzione era iniziata alle 10,29, l’ultimo movimento è stato notato alle 10,43, la morte è stata dichiarata alle 10,53.
Si è trattato di una delle più lunghe esecuzioni in Ohio da quando lo stato ha ripreso le iniezioni letali nel 1999. Il 28 ottobre 2013 l’Amministrazione Penitenziaria dell’Ohio aveva annunciato l’adozione di un nuovo protocollo di esecuzione basato su 2 farmaci, il Midazolam come sedativo, seguito da una dose massiccia di Hydromorphone, un derivato della morfina. Il cambiamento scaturì dal fatto che il 25 settembre lo stato aveva utilizzato l’ultima dose di Pentobarbital nei suoi magazzini per giustiziare Harry Mitts. In seguito alcune farmacie con laboratori artigianali interpellate dall’Amministrazione Penitenziaria rifiutarono di preparare nuove dosi di Pentobarbital per le esecuzioni. In realtà il protocollo Midazolam / Hydromorphone era stato redatto nel 2009, ma era considerato come “metodo di riserva”.
Nelle scorse settimane i difensori di McGuire avevano contestato l’uso dei nuovi farmaci, con frasi che oggi assumono un significato particolare. Avevano infatti prospettato, presentando dei pareri medici, che il nuovo metodo avrebbe causato “fame d’aria”, immenso terrore ed agonia in un prolungato tentativo di respirare durante l’esecuzione. La corte distrettuale respinse il ricorso, pur riconoscendo che si trattava di un nuovo sistema che in effetti avrebbe potuto comportare alcuni imprevisti, e un giudice federale confermò quest’ultima decisione, dando il via definitivo all’esecuzione.
In un editoriale per la Cnn, la professoressa Elisabeth A. Semel della facoltà di legge della Berkeley University aveva criticato la decisione di effettuare l’esecuzione: “Lo stato nega, ma la verità è che nessuno sa esattamente come McGuire morirà, quanto ci metterà, e cosa proverà”.
Su richiesta dei difensori di McGuire il giudice federale Frost, che in altri casi aveva tenuto a lungo sospeso il protocollo di esecuzione dell’Ohio, ieri ha ordinato che venissero fotografati e conservati le confezioni dei farmaci e le siringhe utilizzate per l’esecuzione. La prima esecuzione prevista con il nuovo protocollo era quella di Ronald Phillips, fissata per il 14 novembre. Phillips però il 13 novembre ottenne un rinvio al 2 luglio 2014 dal governatore John Kasich dopo aver comunicato di voler donare i propri organi alla madre e alla sorella.
Anche McGuire nei giorni scorsi ha tentato di ottenere un rinvio dell’esecuzione, ma la legge dell’Ohio consente ai detenuti di donare organi solo ai parenti stretti, e nessuno dei parenti di McGuire aveva bisogno di un trapianto.
Richard Dieter, direttore del Death Penalty Information Center, ritiene che l’evidente malfunzionamento dell’esecuzione odierna, pur non essendo un fallimento totale, potrebbe comunque indurre lo stato o l’amministrazione penitenziaria ad abbandonare questa procedura. Ha spiegato Dieter che non è la prima volta che una esecuzione dura 15 minuti, ma questa volta sembra che per un consistente numero di minuti il detenuto abbia lottato fisicamente, e questo potrebbe essere considerato crudele”.
Sergio D’Elia, segretario di nessuno Tocchi Caino, così ha commentato: “Questa esecuzione dimostra ancora una volta che non c’è un modo gentile, indolore, “umano” di compiere le esecuzioni. Quello che è successo in Ohio è una evidente violazione del principio costituzionale degli Stati Uniti che vieta le punizioni crudeli. È ora che gli Usa si liberino da questo modo arcaico e barbarico di perseguire la giustizia”.
McGuire, 53 anni, bianco, era stato condannato a morte con l’accusa di aver violentato e ucciso, nel 1989, una donna incinta, Joy Stewart, 22 anni. Il caso non era stato risolto immediatamente. Dieci mesi dopo il fatto, arrestato per un rapimento, McGuire, per alleggerire la sua posizione processuale, disse di avere informazioni circa un caso irrisolto. Accusò il proprio cognato dell’uccisione, ma la polizia notò che aveva informazioni sul caso che non poteva aver appreso dai giornali. L’effettuazione di test del Dna portarono al proscioglimento del cognato, e alla condanna di McGuire.
McGuire diventa il 1° giustiziato di quest’anno in Ohio, il 53° da quando lo stato ha ripreso le esecuzioni nel 1999, il 3° dell’anno negli Usa, e il n° 1362 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977. (Fonti: Associated Press e Nessuno tocchi Caino, 16/01/2014)
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