GIAPPONE: CONDANNATO A MORTE IMPICCATO, SESTA ESECUZIONE DA QUANDO SHINZO ABE E’ DIVENTATO PREMIER
12 settembre 2013: il Giappone ha impiccato un uomo di 73 anni, portando a sei il numero di detenuti giustiziati da quando il governo conservatore di Shinzo Abe è salito al potere nel dicembre 2012.
Tokuhisa Kumagai è stato giustiziato nella Casa di Detenzione di Tokyo, dopo essere stato condannato per aver ucciso a colpi di pistola il proprietario di un ristorante cinese nel corso di una rapina nel maggio 2004. L'uomo è stato anche rapinato di 435.000 yen (circa 4.350 dollari) in contanti.
Il periodo tra la condanna definitiva e la sua esecuzione è stato meno della metà della durata media degli ultimi 10 anni. Da quando il Partito Liberal Democratico ha riacquistato le redini del governo, la durata media si è ridotta. La sentenza di Kumagai è andata definitiva nel marzo 2011. Secondo il Ministero della Giustizia, il periodo medio tra la finalizzazione della condanna a morte e l'esecuzione della pena è pari a circa cinque anni e sette mesi per i condannati le cui pene capitali sono state eseguite tra il 2003 e il 2012.
In una conferenza stampa, il Ministro della Giustizia Sadakazu Tanigaki ha detto che “il delitto commesso da Kumagai è stato estremamente crudele, ho ordinato l'esecuzione dopo aver attentamente esaminato il caso”.
La sua esecuzione è stata la prima da quando due gangster sono stati inviati al patibolo in aprile e ha avuto luogo nonostante le ripetute proteste dei governi europei e dei gruppi per i diritti umani.
Il Giappone non ha giustiziato nessuno nel 2011, il primo anno intero in quasi due decenni senza un'esecuzione. Ma a marzo 2012, il Giappone ha bruscamente ripreso l’uso della pena capitale, impiccando tre pluriomicidi.
Nel braccio della morte sono rimasti ora 132 detenuti, secondo il Ministero della Giustizia. (Fonti: AFP e ajw.asahi.com, 2013/12/09)
|