INDIA: CORTE SUPREMA COMMUTA CONDANNA A MORTE DI UN UOMO PERCHE’ PUO’ ESSERE RECUPERATO.
6 gennaio 2013: la Corte Suprema di Mumbai, in India, ha commutato in ergastolo la condanna a morte di un ragazzo di 23 anni condannato per aver ucciso una donna di 65 anni e stuprato la nipote incinta di 25 anni. A settembre 2007, Sandesh Abhang, avrebbe pugnalato 21 volte l’anziana donna, e 19 volte la ragazza dopo averla violentata. I giudice della Corte Suprema, Swatantar Kumar e Madan Lokur, hanno detto che sebbene il condannato abbia commesso un crimine atroce e brutale, un fattore determinante è che l’uomo “poteva non essere consapevole di quanto stava facendo poiché puzzava d’alcol”. Il condannato aveva chiesto clemenza sostenendo di essere ubriaco al momento del crimine e incosciente delle sue azione, fatto rilevante in caso di pena capitale. La Corte Suprema ha detto che nei casi di pena di morte, il recupero dei condannati è un criterio rilevante. In questo caso, data la giovane età del ragazzo e la mancanza di precedenti che di dimostrino una propensione alla violenza, il governo di Maharashtra non ha prodotto prove che dimostrino l’irrecuperabilità del condannato.
A marzo 2011, i giudici dell’Alta Corte di Mumbai avevano confermato la condanna a morte emessa in primo grado dicendo che l’imputato non meritava clemenza poiché era incapace di rimorso e pertanto non poteva essere recuperato ma la Corte Suprema ha dissentito dicendo che il suo comportamento in carcere dimostrava il contrario. (Fonti: http://timesofindia.indiatimes.com/india, 06/01/2013)
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