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Ahmed Faiz, presidente della Corte Suprema |
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MALDIVE: VOGLIA DI ESECUZIONI
4 luglio 2012: la pena di morte può essere applicata all'interno dell’attuale sistema giudiziario delle Maldive, ha dichiarato il giudice Ahmed Faiz, presidente della Corte Suprema.
Dopo il minuto di silenzio osservato all’esterno dell’Alta Corte in onore dell'avvocato Najeeb Ahmed, che è stato trovato brutalmente pugnalato a morte questa settimana, il Presidente della Corte ha detto ai giornalisti che il sistema giuridico delle Maldive si basa sulla sharia islamica, che consente l’applicazione della pena di morte.
A causa del crescente numero di omicidi nel Paese, soprattutto a causa della violenza delle gang, il sentimento pubblico favorevole all’applicazione della pena capitale è sempre più forte.
Dopo l'omicidio di Najeeb - il sesto omicidio registrato quest'anno - il ministro dell'Interno Mohamed Ahmed Jameel e il ministro della Giustizia Aishath Azima Shakoor, oltre ad avvocati di spicco e parlamentari, hanno pubblicamente appoggiato l’applicazione della pena di morte.
Secondo Faiz, ogni sentenza del giudice deve essere applicata, affinché si veda l'efficacia del sistema giudiziario.
Più di 10 persone sono state condannate a morte negli ultimi dieci anni, delle quali nessuna è stata giustiziata dalle autorità che ne avevano il compito, ha osservato.
Negli ultimi 60 anni, lo Stato ha commutato le condanne a morte nel carcere a vita (25 anni).
"Il sistema giudiziario delle Maldive è concepito in modo che un altro organismo sia responsabile dell’applicazione della pena una volta che questa viene decisa dal giudice", ha spiegato Faiz.
"Non solo in casi di omicidio, ma se tutti i verdetti giudiziari su tutti i crimini fossero applicati correttamente, vedremmo gli effetti positivi di queste sentenze," ha detto il giudice della Corte Suprema.
Una mozione relativa alla pena di morte è attualmente all'esame del Parlamento e, se approvata, renderà l'esecuzione della pena di morte obbligatoria in caso di conferma da parte della Corte Suprema, mettendo fine all’attuale prassi che vede il Presidente commutare le condanne capitali in ergastolo. (Fonti: minivannews.com e 04/07/2012)
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