NIGERIA: POCHE SPERANZE PER CONNAZIONALI CONDANNATI ALL’ESTERO
21 settembre 2009: il Governo Federale nigeriano potrebbe non essere in grado di salvare la vita di 57 connazionali detenuti nei bracci della morte di diversi Paesi, ha ammesso il Ministro degli Esteri nigeriano Joe Keshi.
“Se mi chiedete se io sia ottimista sulla possibilità che questi nigeriani riescano a tornare a casa, la risposta è no. Non lo sono. Mi riferisco ai cittadini nigeriani nei bracci della morte in giro per il mondo”, ha detto Keshi.
Il Ministro rende noto essere 14 i nigeriani nel braccio della morte in Libia per omicidio, mentre sono 18 i connazionali condannati a morte in Indonesia per lo stesso crimine.
Il lavoro delle autorità nigeriane è reso più difficile considerato che si tratta a volte di immigrati clandestini che hanno fornito false generalità, il che rende molto difficile rintracciare le persone.
Era stato il presidente della Commissione sulla Diaspora della Camera dei Rappresentanti nigeriana, On. Abike Dabiri-Erewa, a lanciare l’allarme sulle difficili condizioni in cui versano i connazionali detenuti nel braccio della morte in Libia.
Anche la Commissione Africana sui Diritti Umani e dei Popoli (ACHPR) ha chiesto al governo libico di sospendere l’esecuzione di questi prigionieri, tuttavia non si conoscono le decisioni prese in merito dal Governo di Tripoli. (Fonti: This Day, 21/09/2009)
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