IRAN - Pakhshan Azizi è a un passo dall'esecuzione
11 gennaio 2025: 11 gennaio 2025 - IRAN. Pakhshan Azizi è a un passo dall'esecuzione Dichiarazione dell'Organizzazione Hengaw per i diritti umani sulla condanna a morte di Pakhshan Azizi Hengaw condanna fermamente la conferma da parte della Corte Suprema iraniana della condanna a morte di Pakhshan Azizi, prigioniera politica curda, attivista per i diritti delle donne e assistente sociale. Questa sentenza esemplifica la derisione dei processi giudiziari e la violazione degli standard internazionali di equo processo, compresi i principi sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani (articoli 10 e 11) e dal Patto internazionale sui diritti civili e politici (articoli 6 e 14). Hengaw conferma che la condanna a morte di Pakhshan Azizi è stata trasmessa all'unità di esecuzione. Questo passo non solo segnala l'intenzione della Repubblica islamica dell'Iran di commettere un altro omicidio sanzionato dallo Stato, ma serve anche come grave avvertimento del rischio imminente di eseguire questa vergognosa sentenza. Pakhshan Azizi è stato condannato a morte a seguito di un processo privo di principi di equità, con l'accusa di “ribellione armata”. Tuttavia, la stessa sentenza del tribunale sostiene che le sue attività come “comandante di un'unità militare” non sono state condotte all'interno dell'Iran o del Paese confinante, l'Iraq, ma in Siria, senza fornire alcuna prova. Inoltre, la sentenza collega ambiguamente le sue attività di “istruttrice di studi femminili e di genere” alla sua presunta leadership di un gruppo militare, un chiaro travisamento non legato alle attività armate. Un'altra sezione della sentenza cita i suoi legami con le famiglie che cercano giustizia per le vittime delle proteste del 2022 e il suo incoraggiamento a perseguire la giustizia come motivo della sua condanna. Questo dimostra da solo la natura farsesca del sistema giudiziario iraniano, dove le richieste di giustizia per le vittime civili di esecuzioni extragiudiziali vengono accolte con condanne a morte. La maggior parte delle attività di Pakhshan Azizi in Siria consisteva nel sostenere i sopravvissuti alle atrocità dell'ISIS e nell'aiutare le popolazioni vulnerabili attraverso organizzazioni come la “Kurdish Red Crescent Society” (la Mezzaluna Rossa curda) e la “Shams Development and Rehabilitation Organization”, entrambe operanti con permessi ufficiali. I certificati del suo lavoro con queste organizzazioni sono stati presentati in tribunale, sottolineando il suo profondo impegno per la pace e i principi umanitari. La trasmissione della sentenza di morte di Pakhshan Azizi all'unità esecutiva, insieme a una sentenza simile per Varisheh Moradi, riflette uno sforzo concertato per normalizzare l'esecuzione di prigioniere politiche donne, in particolare donne curde. Questo atto ricorda l'esecuzione di Shirin Alam-Houli nel 2010 e rappresenta un ritorno alla barbarie degli anni '80, costituendo una grave minaccia per le altre detenute. Violazione del diritto alla vita. Il rinvio di questa sentenza all'unità esecutiva viola palesemente l'articolo 6 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, di cui l'Iran è parte. Questo articolo obbliga gli Stati ad astenersi dall'imporre la pena di morte in processi discriminatori o che violano gli standard del giusto processo. Processo iniquo. L'emissione della condanna a morte di Pakhshan Azizi è stata costellata da numerose violazioni che minano fondamentalmente qualsiasi pretesa di un giusto processo giudiziario: - Interferenza delle agenzie di sicurezza nei procedimenti giudiziari; - Mancanza di un esame imparziale delle prove; - Condanne basate su accuse infondate e prove insufficienti, sono solo alcune delle numerose violazioni. Questa condanna a morte incarna l'oppressione sistemica delle minoranze etniche/nazionali e delle donne nella Repubblica islamica dell'Iran, evidenziando la discriminazione radicata nel sistema giudiziario del Paese. L'appello di Hengaw alle Nazioni Unite, ai governi e alle organizzazioni per i diritti umani
- Esortiamo il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran a dare priorità a questo caso come questione di massima urgenza.
- Chiediamo alla Missione d'inchiesta delle Nazioni Unite di accelerare la documentazione di questo caso come parte della sua indagine sulla repressione sistematica della Repubblica islamica.
- Chiediamo ai governi di imporre sanzioni mirate ai funzionari della giustizia e della sicurezza responsabili del caso di Pakhshan Azizi.
- È necessario esercitare pressioni diplomatiche e internazionali sulla Repubblica islamica affinché fermi immediatamente questa esecuzione e garantisca che il suo caso sia riesaminato in conformità con gli standard del giusto processo.
Secondo Hengaw, dall'inizio del 2024, la Repubblica islamica dell'Iran ha giustiziato almeno 901 persone. Questa statistica illustra l'uso sistematico delle esecuzioni come strumento per instillare paura nella società e reprimere il dissenso. Hengaw avverte che la vita di Pakhshan Azizi è in grave pericolo e la sua imminente esecuzione potrebbe segnare una ripresa delle esecuzioni di donne prigioniere politiche in Iran. Chiediamo alla comunità globale di riconoscere l'urgenza di questa situazione e di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per fermare questa sentenza. Allo stesso tempo, invitiamo il popolo iraniano e gli attivisti per i diritti umani ad alzare la voce contro questa ingiustizia e a utilizzare tutti i mezzi pacifici per sostenere Pakhshan Azizi e gli altri prigionieri politici a rischio di esecuzione. La solidarietà e la resistenza della società civile giocano un ruolo fondamentale nel prevenire il ripetersi di simili tragedie umane. Il momento di agire è adesso.
https://hengaw.net/en/news/1403-10-article-101 (Fonte: Hengaw)
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