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Tanzania - Free Tundu Lissu
Tanzania - Free Tundu Lissu
Tanzania - Aggiornamento sulla vicenda di Tundu Lissu

30 luglio 2025:

Abbiamo ricevuto un aggiornamento sulla vicenda di Tundu Lissu. Come è noto, NtC sta seguendo con attenzione le vicissitudini dell’avvocato e parlamentare tanzaniano che è stato arrestato per “tradimento” senza che siano state rese pubbliche prove di alcun tipo. Lissu è ormai da 4 mesi in un braccio della morte, ma ancora non si sa nulla rispetto a fatti specifici che possano essergli addebitati, e un eventuale processo continua ad essere rinviato. La Tanzania è governata da un unico partito sin dalla sua indipendenza nel 1961. Il partito al potere, oggi noto come Chama Cha Mapinduzi (CCM, il Partito Rivoluzionario) domina tutti gli aspetti della vita tanzaniana e raramente tollera dissensi. Il Partito Rivoluzionario originariamente aveva una forte impronta “socialista” (quando anche l’Unione Sovietica di sé diceva di essere socialista), ma oggi, dopo oltre 60 anni di potere incontrastato, gli aspetti ideologici si sono molto attenuati, eccezion fatta forse per i buoni rapporti rapporti con Russia e Cina, la cui influenza è fortissima nella regione.

Lissu è invece il leader di Chadema (“Partito della Democrazia e dello Sviluppo”, di orientamento liberal-democratico), che nelle scorse elezioni (2020) ha ottenuto il 13% dei voti, diventando praticamente l’unico partito dell’opposizione ad aver superato lo 0,5%. A ottobre di quest’anno si voterà di nuovo in Tanzania, e 4 mesi fa Lissu è stato arrestato, sostenendo che le misure anticorruzione che lui aveva inserito nella piattaforma elettorale del suo partito avrebbero fatto il gioco di non meglio precisate “potenze straniere”. Lissu però non ha ammesso nessuna colpa, e per effetto di questo comportamento la presidente in carica, Samia Suluhu Hassan, ha emesso un ordine esecutivo che vieta all’intero suo partito di candidarsi alle elezioni. Ora… molti osservatori ritengono che le accuse contro Lissu siano completamente fittizie, e servano solo a tenerlo lontano dalla contesa elettorale. Un funzionario che ha parlato chiedendo l’anonimato ha fatto capire che Lissu, una volta passate le elezioni, verrà in qualche modo liberato. Rimane il fatto che ad oggi è ancora in isolamento in un braccio della morte, e almeno formalmente quella è la condanna che pende sul suo capo. Come NtC aveva notato a giugno, il governo italiano ha inserito la Tanzania nella lista delle nazioni coinvolte nel cosiddetto “Piano Mattei”, ma non risulta che stia facendo nessuna pressione a favore di Lissu.

Questo è il testo dell’aggiornamento inviatoci il 30 luglio da DUA (Democracy Union of Africa) e dai curatori della campagna #FreeTunduLissu!

“Oggi a Dar es Salaam si è tenuta un’altra udienza preliminare del processo per tradimento contro Tundu Lissu. Come di consueto, i pubblici ministeri hanno chiesto un rinvio al 14 agosto 2025.
La richiesta di rinvio è stata presentata sostenendo l’opportunità di attendere una decisione dell’Alta Corte (attesa per il 4 agosto) su alcune questioni procedurali.
I pubblici ministeri hanno chiesto di nascondere l'identità dei testimoni quando il caso arriverà alla fase dell'udienza presso l'Alta Corte della Tanzania.
Questo rinvio è l'ennesima prova dell'incompetenza della magistratura tanzaniana, al punto da essere guidata dai procuratori dello Stato come meglio credono.
Tundu Lissu ha trascorso finora 112 giorni nel braccio della morte nella prigione di massima sicurezza di Ukonga, mentre la fase di rinvio a giudizio non è stata completata per aprire la strada a un'udienza presso l'Alta Corte, che in Tanzania è la giurisdizione competente per casi così gravi.
Questo crudele gioco tattico dei pubblici ministeri, che sembrano essere in collusione con la magistratura, è una chiara dimostrazione che in Tanzania si è colpevoli fino a prova contraria e non viceversa.
Come già osservato in precedenza, i pubblici ministeri, in collaborazione con la magistratura, stanno mettendo in atto tattiche legali infondate per mantenere Tundu Lissu in prigione e aiutare la presidente Samia Suluhu Hassan e il suo partito ad arrivare alle elezioni di ottobre senza oppositori. Questo falso caso di alto tradimento, motivato da ragioni politiche e punibile con la pena capitale, è solo una copertura, poiché non ci sono prove a sostegno; motivo per cui i pubblici ministeri stanno cercando di essere autorizzati a presentare testimonianze “anonime”, ossia di presunti testimoni di cui si chiede venga tenuta nascosta l’identità”.

Nessuno tocchi Caino continuerà a seguire il caso, ed ha invitato i curatori della campagna #FreeTunduLissu! ad essere presenti a Venezia a settembre, dove Caino insieme ad All in Venice porterà il tema dei Diritti Umani nel contesto del Festival del Cinema di Venezia .

Sul caso Lissu vedi anche NtC 19/06/2025, 28/06/2025 e 15/07/2025.

(Fonte: NtC, 30/07/2025)

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