DAL 41BIS AL 110 E LODE, IL TRAGUARDO DI ALESSIO DOPO IL PERCORSO A OSTACOLI
22 maggio 2022: Nessuno tocchi Caino, con il suo viaggio della speranza senza fine, ha appena fatto il giro delle carceri sarde. Per la prima volta dopo tanti anni è stato consentito di visitare anche le sezioni del 41-bis a Bancali e Badu e Carros. Un segno tangibile del corso che il Presidente Carlo Renoldi intende seguire nella amministrazione penitenziaria e del “carcere duro” dove nonostante tutto il cambiamento è possibile. Veronica Manca* su Il Riformista del 20 maggio 2022 “L’inferno dei regimi differenziati” è il titolo del libro di Alessio, un detenuto al 41-bis, da oltre vent’anni, che lo scorso 10 maggio si è laureato in giurisprudenza, in diritto penitenziario, con una tesi dal titolo “I regimi differenziati nel sistema penitenziario”, ottenendo il massimo dei voti e la lode. Il merito è sicuramente dovuto alla straordinaria competenza e professionalità con cui il Polo Universitario Penitenziario dell’Università degli Studi di Sassari affianca gli studenti detenuti, anche quelli sottoposti al regime del 41-bis, con infinite e rigidissime preclusioni e, appunto, differenziazioni, come dice Alessio, all’esercizio del diritto allo studio. Una tra tutte, la gestione della seduta di laurea, il coronamento del percorso di studi. La relatrice, la Prof.ssa Paola Sechi e tutta la commissione, istituita regolarmente, per la seduta di laurea, hanno dovuto assistere alla discussione in videocollegamento dal carcere di Bancali-Sassari, con il laureando invece presente nel diverso carcere di Milano-Opera. L’impegno del PUP e di tutti gli operatori penitenziari ha consentito il regolare svolgimento degli esami finali e della seduta di laurea: una impresa non facile dato che il detenuto, durante la sua espiazione pena al 41-bis e specie negli ultimi mesi, aveva subito diversi trasferimenti: dalla Sardegna a Parma, a Rebibbia, a Spoleto, a Novara, fino a Milano-Opera. Come racconta Maria Teresa Pintus, suo difensore e anche consigliera di Nessuno tocchi Caino, la storia di Alessio mette in luce tutte le difficoltà di gestione dei più elementari diritti delle persone ristrette al regime del 41-bis. Al detenuto non è consentito infatti avere diretto accesso con terze persone, siano esse anche tutor o docenti universitari. L’unico contatto consentito, che peraltro si svolge con le stesse modalità di incontro con i familiari (vetro divisorio a tutta altezza e citofono), è previsto in concomitanza degli esami finali e nelle discussioni, tutti momenti sempre vissuti rigorosamente in videocollegamento. Durante tutto il percorso di studi, quindi, il detenuto è lasciato a sé, privato di qualsiasi possibilità di un confronto con i propri docenti. Allo stesso modo, per i libri e il materiale didattico: l’Avvocata Pintus evidenzia tutte le difficoltà di accesso di libri di testo e la preclusione di ingresso di materiale digitale, oltre all’assenza di supporti economici per l’acquisto – sempre e comunque per il tramite dell’Amministrazione penitenziaria – di libri e materiali. Nel caso di Alessio, anche grazie all’impegno dei docenti e del legale, si sono forniti gratuitamente, in comodato d’uso, tutti i materiali per gli esami, previa autorizzazione e controllo da parte della Direzione del carcere. Un vero e proprio percorso a ostacoli che, tuttavia, non ha impedito con determinatezza, professionalità e negli stretti limiti consentiti dalla legge, di perseguire, in cooperazione con l’Amministrazione penitenziaria, l’obiettivo dell’effettività del diritto allo studio. * Componente Osservatorio Carcere UCPI
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