USA - Louisiana. Lo stato non riesce ad acquistare i farmaci letali
30 marzo 2022: Lo stato non riesce ad acquistare i farmaci letali, quindi una giudice federale archivia il ricorso di un condannato a morte. In Louisiana l’ultima esecuzione risale al 7 gennaio 2010. Da allora le esecuzioni sono bloccate da una serie di ricorsi intentati da alcuni detenuti del braccio della morte. Come è noto, all’epoca i protocolli di iniezione letale dei vari stati prevedevano l’overdose di un potente barbiturico, il Pentothal, per portare il condannato sull’orlo della morte, quando poi sarebbe intervenuto il Cloruro di Sodio a causare un infarto letale. Gli attivisti europei (tra cui Nessuno tocchi Caino) dissuasero le multinazionali farmaceutiche dal continuare a vendere Pentothal alle carceri americane che intendessero usare il noto anestetico per le esecuzioni. La prima risposta statunitense fu l’adozione di un altro barbiturico, il Pentobarbital. Altre campagne si stampa indussero le ditte farmaceutiche a porre restrizioni significative anche sul Pentobarbital. Alcuni stati, in primis il Texas, aggirarono l’ostacolo ordinando i farmaci letali da piccoli laboratori artigianali che, acquistando il principio attivo, più difficile da tracciare rispetto al farmaco etichettato, componevano dei farmaci equivalenti. Altre campagne di stampa hanno portato all’individuazione di mediatori internazionali che vendevano il principio attivo ai laboratori artigianali, e poi anche all’identificazione di alcuni di questi laboratori. Diversi stati hanno reagito aumentando il livello di segretezza attorno alle esecuzioni, consentendo cioè alle amministrazioni penitenziarie di non rispondere alle richieste di “trasparenza amministrativa” che i mass media avanzavano. Un altro tipo di soluzione è stato quello di modificare rapidamente i protocolli di esecuzione, sostituendo periodicamente i farmaci letali prima che nuove cause legali ne impedissero l’uso. In questo complesso contesto, la Louisiana era arrivata ad un passo dall’approvazione di una legge di “segretezza” (vedi NtC 2 giugno 2014) quando la legge venne ritirata dallo stesso deputato che l’aveva presentata per “insormontabili problemi di costituzionalità”. Contemporaneamente, la Louisiana aveva cercato di cambiare i farmaci letali. E in questa fase, a partire dal 2012, alcuni detenuti la cui esecuzione era imminente, avevano fatto ricorso sostenendo che l’uso di farmaci diversi da quelli “tradizionali” li esponevano al rischio di esecuzioni difettose, o comunque molto dolorose. Questo tipo di ricorso è stato accettato più volte da diversi giudici federali, che di fatto stanno sospendendo tutte le esecuzioni dal 2012 ad oggi (vedi NtC 07/02/2013, 04/06/2013, 28/01/2014, 02/06/2014, 17/11/2014, 31/05/2016, 04/01/2018, 16/07/2018, 07/01/2020).
Oggi la giudice federale Shelly Dick, prendendo atto che l’Amministrazione Penitenziaria, consultata di recente, ha confermato di non essere in possesso dei farmaci letali necessari, e di non riuscire ad acquistarli, ha archiviato la causa, senza pregiudizio per una eventuale riapertura. I difensori dei condannati a morte (la causa è intestata a Jessie Hoffman e altri 10 detenuti che si sono aggiunti in un secondo tempo) non hanno apprezzato la decisione, sostenendo che la mancanza di una presa di posizione netta espone i loro clienti a cambiamenti repentini delle leggi o dei regolamenti amministrativi ma, come detto, la giudice ha intanto archiviato la causa, riconoscendo però ai difensori il diritto di ripresentarla in caso di necessità. Jessie Hoffman, nero, è stato condannato a morte nel 1998 con l’accusa di aver violentato e ucciso, nel 1996, una donna di 28 anni, Mary Elliot.
Louisiana can’t buy drugs to use in executions, so judge drops death penalty case (corrections1.com)
Judge dismisses decade-old Louisiana death penalty case | National News | kpvi.com
Judge tosses death penalty lawsuit because Louisiana can't get execution drugs | Crime/Police | theadvocate.com (Fonti: The Charlotte Observer, 30/03/2022)
|