SCOZIA: GOVERNO CHIEDE SCUSA PER LE DONNE GIUSTIZIATE PER STREGONERIA
21 marzo 2022: Il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon l'8 marzo 2022 a Edimburgo ha ufficialmente chiesto scusa a nome del governo per le migliaia di donne condannate per stregoneria nel XVI e XVII secolo e in realtà uccise "semplicemente perché erano donne. Durante questo periodo circa 4000 persone in Scozia furono accusate di praticare la stregoneria, l'84% delle quali donne. In totale, furono più di 2.500 le persone impiccate per stregoneria, spesso strangolate e poi bruciate, dopo confessioni estorte sotto tortura. L'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, Nicola Sturgeon ha invitato il Parlamento scozzese a "riconoscere questa totale ingiustizia storica" e a concedere una formale grazia postuma a tutte le persone accusate, calunniate o impiccate ai sensi della Legge sulla Stregoneria del 1563. Questa legge stabiliva la morte come punizione per atti di stregoneria ed è rimasta in vigore fino al 1736. "In un epoca in cui alle donne non era nemmeno permesso di testimoniare in tribunale, sono state accusate in quanto povere, diverse, vulnerabili o in molti casi uccise perché donne", ha affermato Nicola Sturgeon, leader del Freedom Party. Un'associazione di streghe scozzesi si batte da due anni per ottenere queste scuse ufficiali, così come per un monumento nazionale per la riabilitazione di chi praticava la stregoneria, oltre che per commemorare tante vicende sconosciute. Nicola Sturgeon ha affermato che il Parlamento scozzese potrebbe approvare una legge di amnistia postuma. Spiegando la sua decisione di scusarsi, il Primo Ministro scozzese ha definito “importante” il riconoscimento delle ingiustizie passate. "Ancora oggi, ci sono aree nel mondo in cui donne e ragazze sono accusate di praticare la stregoneria e subiscono persecuzioni e talvolta sono messe a morte", ha detto. Sturgeon ha concluso: "In Scozia, la legge sulla stregoneria può essere stata consegnata alla storia molto tempo fa, ma la profonda misoginia che l'ha motivata non lo è. Conviviamo ancora con quella stessa misoginia”. (Fonti: AFP, 08/03/2022)
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