GAZA: UNA CONDANNA A MORTE PER OMICIDIO
10 giugno 2021: Il Tribunale di primo grado di Khan Younis, nella Striscia di Gaza, ha emesso una condanna a morte nei confronti di un uomo identificato come A.M. che è stato riconosciuto colpevole di omicidio premeditato, ha riportato il Centro per i Diritti Umani e la Democrazia “SHAMS” l'8 giugno 2021. La sentenza è stata accompagnata da un breve comunicato del Consiglio Superiore della Magistratura della Striscia di Gaza, in cui si afferma che “gli omicidi sono tra i crimini cui la magistratura con serietà e impegno vuole mettere fine oltre a smaltire completamente questo tipo di casi dagli arretrati giudiziari attivi. Tutto questo viene fatto all'interno di una politica della magistratura che mira ad abbreviare i periodi di contenzioso, raggiungere la pace civile e sociale e realizzare deterrenza pubblica per raggiungere una società sicura e libera dal crimine”. Si tratta di una politica pericolosa da cui il Centro "SHAMS" ha messo in guardia in passato. La politica privilegia una rapida chiusura dei casi, il che costituisce una violazione delle garanzie di un processo equo identificandosi con la cultura della vendetta. Allo stesso tempo, questa affermazione riflette una comprensione erronea della filosofia della deterrenza che è radicata nella punizione fisica piuttosto che in quella che pone la riabilitazione e la riforma come proprio obiettivo finale. Pertanto, il Centro "SHAMS" invita tutti gli attori effettivi del sistema giudiziario nella Striscia di Gaza a rispettare pienamente il diritto alla vita, a non violare gli impegni legali della Palestina sulla base del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici e del suo Secondo Protocollo Opzionale che chiede la fine della pena di morte, ad allineare la legislazione nazionale al Patto e al suo Protocollo, a pubblicarli nella Gazzetta Ufficiale, a fermare immediatamente le violazioni sistematiche delle garanzie costituzionali del diritto alla vita e ad intensificare l'opera civile contro la pena di morte al fine di abolirla completamente. (Fonti: Human Rights and Democracy Media Center, 08/06/2021)
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