AFGHANISTAN: CONDANNA A MORTE CONFERMATA IN APPELLO
25 febbraio 2017: la corte d'appello di Kabul ha condannato a morte un uomo che è stato giudicato colpevole di aver ucciso la moglie incinta sette mesi fa, nella zona Macroryan della città.
In un'audizione pubblica, la corte d'appello ha confermato la condanna capitale emessa dal tribunale di primo grado nei confronti dell’imputato, identificato come Noorullah.
L'omicida e la famiglia della vittima erano presenti in tribunale quando la decisione è stata annunciata.
"Con l'accusa di aver ucciso tua moglie e il suo bambino e ai sensi del comma due dell'articolo 22 della Legge contro la Violenza sulle Donne, e ai sensi del comma sette dell'articolo 395 del codice penale, sei condannato a morte," ha dichiarato Merajuddin Meraj, capo della corte d'appello di Kabul.
Il fratello della vittima, Merwais, e il procuratore, Obaidullah Samsor, hanno detto che il feto è morto quando è stata uccisa la madre.
"Ha confessato di aver sparato tre volte alla moglie causando la sua morte,", ha detto il procuratore.
"Quella notte Noorullah era nella nostra casa. Ha detto a sua moglie che dovevano parlare. Ma quando sua moglie è uscita dalla stanza, ha sparato tre volte a lei e al suo bambino, uccidendoli", ha detto Merwais, fratello della vittima.
Noorullah ha detto di non essere in buona salute mentale quando ha attaccato la moglie. Ora è dispiaciuto per quello che ha fatto.
"Io non ho avuto alcun problema con mia moglie. Non ho capito come sia successo, Dio sa che non ho capito come sia successo ", ha detto.
La corte d'appello ha anche detto che i funzionari della Nona stazione di polizia di Kabul dovrebbero essere indagati dai servizi giudiziari, perché non hanno presentato
l'arma dell'omicida, risultata illegale. (Fonti: tolonews.com, 26/02/2017)
|