CINA: GIUSTIZIATO PER L’OMICIDIO DEL CAPO-VILLAGGIO
15 novembre 2016: un uomo che in Cina uccise un capo-villaggio dopo la demolizione forzata della propria casa è stato giustiziato, ha comunicato un tribunale, nonostante le proteste pubbliche per la sua condanna.
Jia Jinglong lo scorso anno uccise il suo capo-villaggio con una pistola sparachiodi, nella provincia settentrionale di Hebei, hanno riportato media di stato.
Avvocati e commentatori on-line avevano chiesto la commutazione della condanna di Jia, dal momento che la demolizione della sua casa da parte di funzionari locali costituiva un’attenuante, e perché aveva confessato il delitto.
La casa di Jia fu abbattuta poche settimane prima del suo matrimonio nel 2013, ha riferito lo statale Global Times, aggiungendo che il ragazzo fu picchiato e che gli venne negato un risarcimento.
"L'esecuzione dell'assassino Jia Jinglong è stata effettuata," ha comunicato la Corte intermedia del popolo di Shijiazhuang su un social media verificato.
Prima dell'esecuzione Jia ha incontrato i suoi parenti "secondo quanto previsto dalla legge", ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale Xinhua.
Né il tribunale né la Xinhua hanno precisato come Jia sia stato messo a morte, tuttavia si ritiene che le esecuzioni in Cina vengano generalmente effettuate tramite iniezione letale.
Il caso di Jia aveva suscitato un ampio dibattito sui social media cinesi. Centinaia di persone avevano firmato una petizione online per la revoca della condanna a morte, mentre gli avvocati della famiglia avevano inviato una lettera al tribunale per chiedere una sospensione.
Gli espropri brutali e gli sgomberi forzati di abitanti dei villaggi da parte di funzionari locali per aprire la strada a progetti di sviluppo sono una fonte notevole di rabbia sociale in Cina, innescando a volte dei disordini. (Fonti: Afp, 15/11/2016)
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