GAZA: HAMAS GIUSTIZIA COMANDANTE ACCUSATO DI OMOSESSUALITÀ E FURTO
2 marzo 2016: il braccio armato di Hamas ha giustiziato di recente uno dei suoi comandanti che era stato accusato di omosessualità e furto. Membri delle Brigate Izz al-Din al-Qassam hanno sparato a Mahmoud Ishtiwi, 34 anni, tre volte al petto dopo averlo imprigionato per un anno, ha riportato il New York Times il 1° marzo.
Hamas ha annunciato che l'uomo, responsabile di un certo numero di gallerie utilizzate dal gruppo per il contrabbando ed attacchi a sorpresa, è stato giustiziato per turpitudine morale, un termine usato da Hamas per indicare l'omosessualità.
I familiari di Ishtiwi, fedelissimi di Hamas, hanno rotto i ranghi condannando la sua esecuzione, dicendo che "ciò che è accaduto è parte di un regolamento interno di conti." Hanno sostenuto che Ishtiwi sia stato torturato al fine di ottenere false confessioni.
Secondo un'indagine di Hamas, Ishtiwi avrebbe nascosto soldi destinati all’acquisto di armi per la sua unità, prima che un uomo non identificato affermasse di avere avuto rapporti sessuali con lui, fornendo dettagli sui loro incontri. L'inchiesta ha concluso che il denaro sottratto da Ishtiwi sarebbe stato usato per pagare i rapporti sessuali con l’uomo o per corromperlo al fine di mantenere il segreto.
Hamas temeva che l’omosessualità di Ishtiwi - qualcosa che avrebbe dovuto nascondere nella conservatrice società islamica – avrebbe consentito all’intelligence israeliana di trasformarlo in un informatore, ottenendo informazioni utili all’eliminazione della leadership del gruppo.
Già circolavano voci secondo cui Ishtiwi aveva fornito ad Israele la posizione di Mohammed Deif, un capo di Hamas, portando ad un attentato il 20 agosto 2014. Deif si salvò, ma la moglie e il figlio restarono uccisi. Tuttavia, nessuna prova è emersa sul coinvolgimento di Ishtiwi nell'attentato.
Ishtiwi, che aveva due mogli e tre figli, avrebbe detto ai familiari che lo visitavano in carcere di essere stato frustato, privato del sonno e appeso al soffitto durante la detenzione. (Fonti: europe.newsweek.com, 02/03/2016)
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