IRAN: REYHANEH JABBARI POTREBBE EVITARE L’ESECUZIONE
6 ottobre 2014: Reyhaneh Jabbari, una donna iraniana condannata a morte in un caso di omicidio, potrebbe evitare il patibolo, hanno detto funzionari giudiziari iraniani.
Le autorità cercano il consenso della famiglia della vittima per revocare la condanna capitale emessa contro Jabbari, ha reso noto durante la sua conferenza stampa settimanale il portavoce della magistratura iraniana, Gholam Hussein Mohseni Ezhei.
Nel frattempo, la semi-ufficiale Iranian Students’ News Agency ha citato il ministro della giustizia Mustafa Pourmohammadi, secondo cui l'impiccagione di Jabbari è stata rimandata di almeno 40 giorni.
Osservatori sostengono che le autorità iraniane abbiano deciso di commutare la pena di morte di Jabbari, del cui caso si è ampiamente dibattuto su vari forum di social media. Non è chiaro se Jabbari dovrà trascorrere ulteriore tempo in carcere in caso riesca ad evitare l’esecuzione.
Timori di una sua imminente impiccagione sono stati sollevati il mese scorso quando la donna è stata spostata in un'altra prigione, tuttavia è subito dopo rientrata nel carcere originale.
Jabbari è stata arrestata nel 2007 e condannata a morte nel 2009 per l'omicidio di Morteza Abdolali Sarbandi, un medico ed ex dipendente del Ministero dell’Intelligence, ha reso noto Human Rights Watch.
Il caso che la riguarda è oscuro, hanno detto gli avvocati della difesa. Jabbari ha ammesso di aver accoltellato Sarbandi al collo, sostenendo però di essersi difesa da un’aggressione sessuale.
Ha anche affermato che una "terza persona" potrebbe essere responsabile dell’omicidio.
I suoi avvocati hanno sostenuto che il caso non sia stato oggetto di indagini adeguate e che Jabbari non abbia ricevuto un processo equo.
Nel mese di aprile 2014, ha detto Human Rights Watch, la magistratura iraniana ha fermato l'esecuzione di Jabbari per riesaminare il verdetto di colpevolezza e la condanna a morte.
Raggiunto tramite telefono cellulare, l'avvocato di Jabbari, Parisa Ghanbari, ha dichiarato, "A Dio piacendo, otterrò la grazia dalla famiglia della vittima e salverò la sua vita."
Un amico di Jabbari ha descritto la prigioniera come "molto depressa e sfiduciata." (Fonti: latimes.com, 07/10/2014)
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